Le principali borse europee chiudono gli scambi sotto la parità, ad eccezione di Milano, concludendo senza successo per la seconda seduta consecutiva il tentativo di rimbalzo provato in apertura.
Il Ftse Mib di Milano ha chiuso gli scambi a 17.928 punti a +0,3%. Il Ftse100 di Londra ha ceduto l’1,4%, il Cac40 di Parigi lo 0,6%, l’Ibex 35 di Madrid lo 0,6% e il Dax30 di Francoforte lo 0,4%.
Oltreoceano, intorno alle ore 18:00, Wall Street si muove in forte ribasso con il Dow Jones a -4,8%, lo S&P500 a -4,3% e il Nasdaq a -4%.
Il contesto sui mercati continua a mantenersi estremamente volatile con il VIX che ha superato quota 50 punti, in attesa di conoscere con maggiore chiarezza le misure che le diverse autorità adotteranno per contrastare l’impatto economico del coronavirus.
La giornata si è aperta con la decisione della Bank of England di tagliare i tassi di interesse di mezzo punto percentuale e ha visto successivamente il Premier Giuseppe Conte annunciare lo stanziamento di una cifra pari a 25 miliardi per affrontare l’emergenza Covid-19.
Misure che non hanno particolarmente accesso il sentiment sul mercato, con le attenzioni degli operatori concentrate prevalentemente verso le mosse della BCE che emergeranno nel meeting di domani.
Il presidente della BCE Christine Lagarde ha aumentato le aspettative sulle nuove misure di stimolo, mettendo in guardia su uno shock simile a quello della crisi finanziaria del 2008 a meno di un intervento immediato.
Il pacchetto di stimoli all’economia annunciato dal Presidente americano Donald Trump resta un’altro catalyst seguito dagli operatori di mercato che attendono con ansia maggiori dettagli.
Sul fronte macro, l’Istat ha diffuso in giornata i dati riguardanti la produzione industriale italiana che sul mercato domestico ha messo a segno un calo dello 0,3% su base mensile e del 3,4% su base annua, in entrambi i casi al di sotto della rilevazione del mese precedente (+0,0% m/m e -3,1% a/a).
Negli USA è stata resa nota invece la lettura dell’inflazione di febbraio, rivelatasi leggermente sopra le attese. L’indice dei prezzi al consumo ha registrato un incremento dello 0,1% su base mensile (consensus +0,0%) dopo il +0,1% di gennaio. Anno su anno l’incremento è stato del 2,3%, leggermente al di sopra del 2,2% stimato dagli analisti (+2,5% a gennaio).
Sul forex, il biglietto si rafforza verso la divisa unica con il cambio euro/dollaro in rialzo a 1,1272 mentre il dollaro/yen scende in area 104,88.
Tra le materie prime, l’oro scende lievemente a 1.644 dollari l’oncia. In calo anche le quotazioni del greggio con il Brent (-2,4%) a 36,34 dollari al barile e il Wti (-2,5%) a 33,51 dollari al barile. I dati EIA hanno mostrato un incremento delle scorte superiore alle attese.
Sull’obbligazionario, il rendimento del decennale italiano torna all’1,36% con il relativo spread Btp-Bund a 211 punti base.
Tornando a Piazza Affari, performance positiva per Diasorin (+8,2%), Banco BPM (+7,7%) e UBI (+6,1%). Vendite su Moncler (-2,6%), Enel (-2,7%) e Juventus (-2,8%).