Si esaurisce il recupero delle quotazioni del greggio, che tornano a scendere dopo che l’Arabia Saudita ha annunciato che aumenterà la produzione di un milione di barili al giorno nell’ultimo step dell’escalation dello scontro per il controllo del mercato petrolifero globale.
Il Brent perde il 3,4% a 36 dollari e il Wti il 3,2% a 33,3 dollari, dopo il rimbalzo di circa il 7% di ieri seguito al crollo peggiore dalla guerra del Golfo del 1991 registrato nella seduta di lunedì.
Saudi Aramco si sta impegnando per incrementare la capacità produttiva da 12 a 13 milioni di barili al giorno, dopo aver dichiarato l’intenzione di portare il proprio output al livello record di 12,3 milioni ad aprile.
Mentre per fornire l’extra capacità potrebbero occorrerci anni e ingenti investimenti, tale decisione mostra che Riyad non sembra aver intenzione di fare un passo indietro dalla risposta aggressiva al deterioramento dell’alleanza Opec con la Russia.
Ad appesantire le quotazioni contribuiscono inoltre i dubbi sulla capacità dell’amministrazione Usa di fornire stimoli sufficienti per contrastare l’impatto economico del coronavirus, mentre alcuni senatori Repubblicani hanno suggerito un bailout dell’industria shale.