Nel 2019 il gruppo Salvatore Ferragamo ha realizzato ricavi pari a 1.377,3 milioni, in aumento del 2,3% (+1,3% a cambi costanti) su base annua. Nel solo quarto trimestre 2019 il fatturato è cresciuto del 2,1% (‐0,1% a cambi costanti). Dati che confermano i preliminari comunicati lo scorso gennaio.
L’Ebitda, è aumentato del 56,6% a 335,5 milioni mentre, al netto dell’effetto dell’IFRS 16, è diminuito del 4,3% a 205 milioni, con un’incidenza sui ricavi scesa dal 15,9% al 14,9 per cento. Il consensus raccolto da Bloomberg riportava un Ebitda a 244 milioni.
L’Ebit è rimasto stabile a 149,7 milioni, mentre al netto degli effetti IFRS 16, ha registrato un calo dell’8,2% a 137,5 milioni. Gli analisti stimavano un Ebit a 141,5 milioni.
Il tutto dopo aver spesato ammortamenti e svalutazioni saliti a 185,8 milioni dai precedenti 64,5 milioni. Al netto degli effetti IFRS 16 tale voce è aumentata del 4,7% a 67,5 milioni.
Gli oneri finanziari netti sono più raddoppiati a 32,6 milioni e al netto dell’applicazione di suddetto principio, sono aumentati del 6,9% a 14,8 milioni.
L’esercizio si è chiuso con un utile netto di gruppo è diminuito dell’1,2% a 87,3 milioni. Al netto degli effetti IFRS 16 l’ultima riga di conto economico ha registrato un aumento del 3,4% a 91,4 milioni. Il consensus di Bloomberg prevedeva un utile netto di gruppo a 88,6 milioni.
Al 31 dicembre 2019, il gruppo presenta un indebitamento finanziario netto pari a 504,4 milioni, a fronte di una liquidità netta di 169 milioni a fine 2018. Al netto dell’impatto IFRS 16, il gruppo avrebbe registrato a fine 2019 una liquidità netta di 171,9 milioni (+2,9 milioni rispetto a fine 2018).
Il CdA proporrà all’assemblea degli azionisti la distribuzione di un dividendo pari a 0,34 euro per azione, in linea con l’esercizio precedente. La cedola verrà posta in pagamento il 20 maggio 2020, con stacco cedola il 18 maggio.