Mercati – Resta alta la volatilità, Piazza Affari annulla i guadagni

Prosegue incerta la seduta delle borse europee, mentre Wall Street ha aperto in rialzo all’indomani della peggior seduta dal 1987.

Nel Vecchio Continente, il Ftse Mib scambia sostanzialmente invariato a 14.975 punti, l’Ibex 35 di Madrid avanza dell’1,5% mentre arretrano il Dax di Francoforte (-0,8%), il Cac 40 di Parigi (-0,6%) e il Ftse 100 di Londra (-0,6%).

Oltreoceano hanno aperto in rialzo Dow Jones (+1%), S&P 500 (+1%) e Nasdaq (+0,9%) ma la volatilità resta elevata dopo il monito di Trump sulla possibilità di una recessione e il taglio delle stime di crescita degli stati Uniti da parte di Goldman Sachs, che prevede un Pil stazionario nel primo trimestre e in calo del 5% nel secondo.

In giornata, inoltre, si sono registrate tensioni sul mercato dei finanziamenti a breve termine, a testimonianza del fatto che le iniezioni di liquidità delle banche centrali degli ultimi giorni non sono bastate a restituire la calma agli operatori.

Dall’agenda macro è emerso il crollo dell’indice Zew tedesco (-49,5 punti marzo da 8,7 di febbraio). In calo anche le vendite al dettaglio statunitensi (-0,5% a febbraio), che evidenziano un rallentamento dei consumi, principale driver dell’economia statunitense, prima ancora che la situazione si aggravasse come negli ultimi giorni. In aumento, invece, la produzione industriale Usa (+0,6% a febbraio).

Sul Forex, l’euro/dollaro scivola a 1,10 mentre il cambio tra biglietto verde e yen si attesta a 106,8.

Tra le materie prime perdono inerzia le quotazioni del greggio con il Brent (-2%) a 29,4 dollari e il Wti (-0,5%) a 28,8 dollari, appesantito da un contesto caratterizzato da una domanda frenata dalla pandemia e un’offerta in aumento a causa dello scontro fra Arabia Saudita e Russia. L’oro resta negativo ma risale a 1.489 dollari l’oncia.

Sull’obbligazionario lo spread Btp-Bund sale ancora a 274 bp con il rendimento del decennale italiano al 2,33 per cento.

A Piazza Affari, tra le big cap, rimonta Telecom Italia (+5,3%) mentre arretrano soprattutto Fca (-8,8%) e Generali (-5,4%).