Mercati – Chiusura in calo per l’Europa e petrolio a picco, Milano a -1,3%

Giornata all’insegna delle vendite per le borse internazionali, con gli investitori sempre intenti a valutare l’impatto economico del coronavirus e le risposte di governi e banche centrali.

In Europa, il Ftse Mib archivia gli scambi in ribasso dell’1,3% a 15.120 punti, contenendo comunque la perdita rispetto all’Ibex 35 di Madrid (-3,4%), il Ftse 100 di Londra (-3,7%), il Dax di Francoforte (-5,5%) e il Cac 40 di Parigi (-5,8%).

A Wall Street arretrano Dow Jones (-7,2%), S&P 500 (-6,4%) e Nasdaq (-5,3%), che cancellano i guadagni di ieri innescati dalla prospettiva di nuovi stimoli.

La Fed ha aperto una linea di credito commerciale per le imprese già utilizzata nel corso della crisi del 2008, mentre l’amministrazione Trump sta predisponendo un piano di aiuti fino a 1.200 miliardi di dollari senza il quale, secondo il segretario al Tesoro Steven Mnuchin, la disoccupazione negli Stati Uniti potrebbe impennarsi al 20 per cento.

Risposte giunte anche a causa di alcuni segnali di stress nei mercati di finanziamento a breve termine e che si sommano a quelle messe in atto da altri Paesi come Italia, Francia e Spagna per contrastare l’impatto economico della pandemia.

Anche la Bank of England, che si riunirà la prossima settimana, è pronta ad immettere quantità illimitate di denaro nell’economia attraverso i commercial papers. A dichiararlo è il neogovernatore, Andrew Bailey, subentrato a Mark Carney.

La volatilità resta tuttavia elevata e gli operatori continuano a soppesare le limitazioni agli spostamenti tra i vari Paesi e i moniti lanciati dalle società, oltre ad interrogarsi sui rischi legati ad un forte incremento del debito pubblico. Christine Lagarde, presidente della Bce, ha dichiarato che laddove le misure di isolamento stabilite dai governi europei durino tre mesi il Pil dell’eurozona potrebbe accusare un calo del 5 per cento.

Sul Forex l’euro/dollaro scende ulteriormente a 1,085, mentre il cambio fra biglietto verde e yen risale a 108,2. La sterlina scende a 1,175 dollari, sui minimi dal 1985. Per la valuta americana si tratta della settima seduta consecutiva in rialzo.

In caduta libera le quotazioni del petrolio, con il Brent (-10,5%) a 25,7 dollari e il Wti (-15,6%) a 23,1 dollari al barile, sui minimi dal 2002. Sull’oro nero pesano i timori per una recessione e lo scontro fra Arabia Saudita e Russia, con la prima che ha promesso di mantenere la produzione ad un livello record (12,3 milioni di barili al giorno) nei prossimi mesi. Intanto negli Usa le scorte petrolifere sono aumentate in misura inferiore alle attese. Oro in ribasso a 1.489 dollari l’oncia.

Giornata volatile per l’obbligazionario, con lo spread Btp-Bund che scende a 260 punti base, dopo aver superato in mattinata la soglia dei 300 bp, mentre il rendimento del decennale italiano si riporta al 2,37 per cento.

A Piazza Affari, sul Ftse Mib, arretrano in particolare Stm (-13,8%), Cnh (-13,3%), Exor (-12,8%) e Fca (-10,85%). Chiudono in controtendenza Campari (+10,7%), Telecom Italia (+9,9%) e Pirelli (+7,8%). Si ricorda infine che Consob ha vietato le vendite allo scoperto su tutto il listino di Borsa a partire da oggi per i prossimi tre mesi.