Mercati Usa – Nuovo avvio all’insegna delle vendite (Dow Jones -3,2%)

Nuova partenza in rosso a Wall Street, in un contesto che si mantiene molto volatile dopo il crollo di ieri. Dopo pochi minuti di scambi, il Nasdaq cede lo 1,7%, S&P 500 il 2,9% e il Dow Jones il 3,2%.

I principali indici americani hanno chiuso la seduta di mercoledì con ribassi nell’ordine del 5-6% con un leggero recupero nel finale, in scia ai primi provvedimenti varati dalla Casa Bianca a sostegno dell’economia.

Le azioni intraprese finora dalle Banche Centrali non sono state sufficienti per restaurare la fiducia negli investitori, che continuano a vendere indiscriminatamente qualsiasi assets class nel tentativo di ridurre le posizioni più a leva e di rientrare nei margini di negoziazione.

Secondo rumours, Washington starebbe valutando l’ipotesi di emettere obbligazioni a lungo termine con scadenza 25 e 50 anni, per finanziare il maxi-piano di stimoli fiscali da 1.300 miliardi di dollari recentemente annunciato.

Nel frattempo il Senato degli Stati Uniti ha approvato il secondo importante disegno di legge in risposta alla pandemia e il consigliere economico della Casa Bianca, Larry Kudlow, ha dichiarato che il governo potrebbe assumere posizioni azionarie per salvataggi di aziende.

Sul fronte macro, le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono state pari a 281 mila unità, superiori al consensus (220 mila unità) e alle 211 mila unità della precedente settimana.

Sul forex il dollaro si apprezza per l’ottavo giorno consecutivo nei confronti delle principali valute, portando il cambio con l’euro in calo a 1,08, mentre il dollaro/yen sale a 109,7.

Il tasso su decennale americano scende di circa 8 punti base all’1,11%, mentre quello sul biennale cala di 6 bp allo 0,47%.

Tra le materie prime rimbalza il petrolio, con il Brent (+2,6%) a 25,5 dollari e il Wti (+8,6%) a 22,6 dollari al barile, dopo il crollo di ieri innescato dai timori di una recessione e dallo scontro fra Arabia Saudita e Russia, con la prima che ha promesso di mantenere la produzione ad un livello record (12,3 milioni di barili al giorno) nei prossimi mesi.

Oro in calo a 1.474 dollari l’oncia, frenato dal rafforzamento del biglietto verde e dalle vendite per ricoprire le posizioni sugli altri mercati.