Datalogic ha chiuso il 2019 con ricavi in calo del 2,9% a 612,5 milioni (-5,3% a cambi costanti), complice soprattutto le performance negative in Italia, area EMEAI (Europa, Middle East, Africa e India) e APAC non compensate dalla crescita in Nord America.
L’Ebitda è diminuito da 105,5 milioni a 95 milioni con una marginalità scesa al 15,5% (-120 punti base), mentre l’Ebit ha segnato un -21,5% a 65,5 milioni con un’incidenza sul fatturato al 10,7% (-250 punti base).
L’esercizio si è chiuso con un calo dell’utile netto del 19,1% a 50,3 milioni, mentre dal lato patrimoniale la posizione finanziaria netta riporta liquidità per 13,4 milioni, in peggioramento rispetto ai 23,8 milioni al 31 dicembre 2018.
Il Consiglio di Amministrazione proporrà all’Assemblea degli Azionisti la distribuzione di un dividendo unitario ordinario pari a 0,30 euro azione, per un importo complessivo massimo di 17,5 milioni, con stacco della cedola in data 27 maggio 2020 (record date 28 maggio 2020) e pagamento a partire dal 29 maggio 2020.
Per quanto riguarda l’evoluzione della gestione, il quadro di incertezza registrato nella seconda metà del 2019 si è aggravato nella prima parte di quest’anno a causa dell’epidemia di Covid-19, la cui diffusione ha dapprima toccato la Cina e, nelle settimane successive, altri paesi dell’area APAC fino a raggiungere l’Europa ed in particolare l’Italia e successivamente il continente americano.
Tali circostanze, si legge nella nota, avranno presumibilmente ripercussioni sull’attività economica e hanno creato un contesto di generale incertezza, le cui evoluzioni e i relativi effetti non risultano al momento prevedibili. L’impatto sui risultati dipenderà dalla misura in cui il virus si propagherà nei mercati in cui il Gruppo opera con la progettazione, distribuzione e vendita dei suoi prodotti e dagli effetti macroeconomici che lo stesso produrrà nei paesi interessati dal virus.