Il colosso elettrico italiano ha alzato il velo sui risultati 2019 che sono risultati in linea con la guidance di Gruppo in termini di Ebitda ordinario e Utile netto ordinario.
I ricavi sono cresciuti del 6,3% a 80,3 miliardi, grazie principalmente al business Infrastrutture e Reti (+9,1% a 21,8 miliardi) in particolare in America Latina, per il contributo di Enel Distribuição São Paulo in Brasile e per la risoluzione di temi regolatori pregressi in Argentina, e al business Generazione Termoelettrica e Trading (+16,1% a 32,1 miliardi).
Dinamiche che hanno compensato i minori ricavi dei Mercati Finali (-3,6% a 32,5 miliardi) in Spagna e in Italia.
Il fatturato del periodo include le plusvalenze derivanti dalla cessione di Mercure (108 milioni) e il secondo indennizzo connesso alla vendita, avvenuta nel 2009, di Enel Rete Gas (50 milioni).
I ricavi 2018 includevano, invece, 128 milioni riferiti al primo indennizzo connesso alla cessione di Enel Rete Gas e la plusvalenza derivante dalla cessione di EF Solare Italia (65 milioni).
L’Ebitda migliora del 8,3% a 17,7 miliardi. Un andamento attribuibile principalmente ai business infrastrutture e reti (+9,8% a 8,3 miliardi), mercati finali (+6,8% a 3,3 miliardi) e generazione e trading (+24,9% a 1,4 miliardi), che hanno più che compensato la stabilità della divisione Enel Green Power (4,6 miliardi).
Al netto delle partite straordinarie citate nei ricavi, cui si aggiunge nel 2019 la svalutazione di magazzini asserviti al funzionamento di alcuni impianti a carbone in Italia e Spagna (308 milioni), l’Ebitda ordinario registra un incremento del 10,8% a 17,9 miliardi.
L’Ebit si contrae del 30,5% a 6,9 miliardi, dopo la contabilizzazione di maggiori ammortamenti e perdite di valore (+67,8% a 10,8 miliardi), che includono gli impairment effettuati nel corso del 2019 su alcuni impianti a carbone in Italia, Spagna, Cile e Russia per complessivi 4 miliardi.
Il conto economico si chiude con un risultato netto del Gruppo a 2,2 miliardi (-54,6% vs 4,8 miliardi nel 2018). Al netto delle partite straordinarie dei periodi a confronto la voce si attesta a 4,8 miliardi (+17,4% a/a).
L’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2019 si esprime in 45,2 miliardi, in aumento di 4,1 miliardi rispetto a 41,1 miliardi di fine 2018.
L’incremento è riconducibile principalmente al fabbisogno generato dagli investimenti di periodo, alla prima applicazione dell’IFRS 16 (1.370 milioni) e al pagamento di dividendi per 3.957 milioni.
Il Cda ha deliberato di proporre all’assemblea dei soci un dividendo complessivo per l’intero esercizio 2019 pari a 0,328 euro per azione (di cui 0,16 euro per azione già corrisposti quale acconto a gennaio 2020). Per il saldo, pari a 0,168 euro per azione, è stata proposta la messa in pagamento a decorrere dal 22 luglio 2020, con data stacco cedola il 20 luglio 2020 e record date il 21 luglio 2020.
Gli investimenti ammontano a 9.947 milioni, in aumento del 22% essenzialmente a seguito di maggiori interventi sulle reti di distribuzione in Italia (Infrastrutture e Reti: +2% a 3,9 miliardi) e a maggiori investimenti in impianti eolici e solari in Spagna, Grecia, Russia, Stati Uniti, Canada, Sudafrica e Brasile (Enel Green Power: +54,2% a 4,3 miliardi).
Per quanto riguarda le possibili conseguenze della pandemia da Coronavirus, Enel ha messo in atto una serie di misure preventive per garantire la piena operatività e continuità di servizio in tutte le geografie di presenza. Alla luce delle prime risultanze delle misure messe in atto non si prevedono impatti significativi sui risultati economici del 2020. L’evoluzione della situazione è comunque attentamente monitorata.