Hera – Una Roadmap al 2023 sostenuta da investimenti, innovazione e attenzione alla sostenibilità

Con un andamento di crescita superiore alle attese del vecchio Piano e a seguito di importanti operazioni di M&A realizzate, la multiutility ha presentato a gennaio il nuovo documento strategico quinquennale, che riflette l’impegno per un ulteriore sviluppo industriale e la continua creazione di valore per le aree in cui opera e per tutti gli stakeholder.

Hera ha archiviato un 2019 con risultati preconsuntivi superiori alle attese che confermano ancora una volta la solidità del modello di business delineato e attuato nel corso degli anni dal management presieduto da Tomaso Tommasi di Vignano.

Il Margine operativo lordo (MOL) dovrebbe infatti attestarsi intorno a 1.081 milioni, segnando un incremento di 50 milioni rispetto al 2018, mentre il rapporto Debiti netti/MOL a circa 2,8x, tenuto conto dell’impatto finanziario derivante dall’operazione Ascopiave.

 Numeri che dovrebbero essere confermati in occasione della riunione del Cda, chiamato ad approvare il bilancio al 31 dicembre 2019, prevista per il prossimo 25 marzo.

 Una solida base di partenza, quindi, che rafforza la credibilità del piano al 2023 che prevede una crescita significativa già a partire da questo 2020, anno dal quale si attendono i primi frutti della partnership commerciale con Ascopiave.

 Ed è proprio la crescita industriale una delle tre direttrici strategiche attorno a cui si delinea la roadmap al 2023, facendo leva su modelli di business sempre più sostenibili per ottimizzare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dall’evoluzione digitale.

 Altro punto chiave del piano quinquennale è la gestione del rischio. Al mantenimento di un profilo di rischio conservativo contribuirà anche il robusto piano di investimenti da 2,9 miliardi, con 3/4 degli investimenti destinati ad attività regolate, che presentano un profilo di maggiore visibilità sui ritorni nel medio-lungo termine.

La direttrice della circolarità, poi, si conferma centrale nelle azioni messe in campo da Hera da diversi anni, attraverso progetti concreti orientati al raggiungimento degli obiettivi di riduzione, riuso, riciclo, recupero e rigenerazione. Una forte attenzione alla sostenibilità, in coerenza con gli SDGs dell’Agenda 2030, per condividere con tutti gli stakeholder il valore creato dalla gestione.

Prospettive apprezzate dal mercato, che ha impresso al titolo una performance importante sostenuta anche dalle raccomandazioni degli analisti, che a larga maggioranza ribadiscono l’indicazione di acquisto, mentre il consensus evidenzia un target price medio pari a 4,15 euro, migliorato di oltre il 26% rispetto ai 3,28 euro di inizio 2019.

Il Presidente Tommasi di Vignano anticipa il preconsuntivo 2019 e presenta la strategia del Gruppo

Tomaso Tommasi di Vignano, Presidente Esecutivo di Hera, ci conferma che “i risultati preconsuntivi del 2019 sono outperforming e segnano il raggiungimento di molti obiettivi strategici con largo anticipo. Da questa solida premessa, siamo partiti a costruire un piano al 2023 con una crescita superiore a quello precedente”.

Le proiezioni di chiusura del 2019, che tengono conto sia degli ottimi risultati dei 9 mesi, sia delle performance previste per l’ultimo trimestre dell’esercizio, confermano risultati superiori alle aspettative. Il MOL dovrebbe collocarsi intorno a 1.081 milioni di euro, segnando un incremento di 50 milioni di euro rispetto al 2018.

“Il nostro Piano può dunque contare su una solida base di partenza – un preconsuntivo del 3% superiore alle attese – e fissa una crescita significativa già nell’esercizio 2020, sostenuta anche dall’operazione con Ascopiave, che ha già iniziato a contribuire ai risultati dal primo gennaio 2020”.

Il nuovo Piano al 2023 è sviluppato secondo tre direttrici strategiche. Anzitutto la crescita industriale, che consente di poter continuare a distribuire valore in misura crescente (essendo il piano improntato a mantenere i ritorni sul capitale investito, ROE e ROI, superiori al costo dei capitali investiti). Poi il risk management che, grazie ad un approccio di medio-lungo termine, permette di anticipare le azioni di mitigazione dei rischi a cui sono esposte le utility, in particolare quelli legati al cambiamento climatico spingendo l’orizzonte del Piano al 2030 sui parametri di sostenibilità monitorati con impatto sul clima. Infine, l’economia circolare per raggiungere gli obiettivi prefissati in termini di riduzione, riuso, riciclo, recupero o rigenerazione.

In termini di investimento la multiutility prevede “un significativo impegno di capitale, in progetti destinati sia al rafforzamento delle infrastrutture, sia al mantenimento di elevati standard di performance operativa, per un totale di 2,86 mld€. Un terzo dei capitali promuovo lo sviluppo per circa 950m€, mentre un altro un terzo del totale investimenti, previsto per il quinquennio, è dedicato a progetti che creano valore sostenibile o valore condiviso”. Al tempo stesso, aggiunge Tommasi di Vignano, “prevediamo di continuare a crescere grazie a eventuali ulteriori attività di M&A (oltre a quelle previste a Piano), potendo attingere allo spazio riservato dal piano nella flessibilità finanziaria, prevista a 2,8x il Debt/Ebitda (inferiore quindi alla soglia di tolleranza delle 3,2x, individuata dalle agenzie S&P’s e Moody’s per mantenere l’attuale credit rating)”.

Il Gruppo ha quindi delineato una chiara direzione di crescita strategica di lungo termine e un Piano quinquennale che alloca i capitali in modo efficiente, che sono alla base dell’accelerazione attesa nella crescita del MOL e di creazione di valore in un percorso che nel 2023 porterà ad un MOL di 1.250 m€, di cui 530 m€ a Valore Condiviso, ovvero riconducibili a progetti di natura sostenibile.

Le priorità strategiche: crescita industriale, gestione del rischio e circolarità 

Gli obiettivi strategici del nuovo Piano Industriale prevedono che l’impulso alla maggiore crescita venga affiancata da uno presidio del rischio ben strutturato, in particolare nelle aree del cambiamento climatico, in linea con la realtà dei business in cui operiamo, ed una rafforzata attenzione allo sviluppo sostenibile, all’economia circolare e alla decarbonizzazione.

La crescita industriale

La multiutility guidata da Stefano Venier ha definito strategie di rafforzamento commerciale e industriale basate su modelli di business sempre più sostenibili per indirizzare al meglio le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dall’evoluzione digitale.

Gli investimenti di Piano saranno, anche in questo prossimo quinquennio, concentrati principalmente nelle attività regolate che, grazie ai nuovi sistemi tariffari approvati di recente dall’Authority ARERA, sono caratterizzate da una maggiore visibilità sui ritorni.

Le Reti assorbiranno la quota più rilevante degli investimenti pianificati, pari a 1.874 m€, seguite dalle attività dell’area Ambiente a cui saranno destinate 618 m€, mentre nell’Energy è previsto di allocare 295 m€, per circa 73% del totale del capitale investito.

Due sono le leve previste per continuare a perseguire la crescita, sia per linee interne cheper linee esterne, in linea con la media storica del Gruppo: il 64% dell’incremento del MOL arriverà da fattori di crescita di natura organica (+188m€) che verranno affiancati dal contributo proveniente dall’M&A, pari a 36% (+107m€).

Insieme, crescita organica ed M&A, che avranno un effetto trainante per 295 m€, più che compenseranno l’impatto dei fattori negativi, per circa 76m€, relativi al minore margine del business sui clienti in salvaguardia (causati dalla maggiore competizione alle gare tenutesi alla fine del 2018) e all’esaurimento di alcuni incentivi pluriennali di cui il Gruppo ha beneficiato sulle rinnovabili negli impianti del business dei rifiuti.

Dal punto di vista finanziario, il piano degli investimenti risulta pienamente coperto, grazie sia ai risultati superiori alle attese già conseguiti nel 2019 che supportano le previsioni di una maggiore generazione di cassa in arco Piano, che sarà in grado di coprire anche i dividendi crescenti che verranno distribuiti.

La gestione del rischio

Il robusto piano di investimenti, che sosterrà l’ulteriore crescita di tutte le attività gestite, è strutturato in modo da mantenere un profilo di rischio conservativo. Circa 3/4 degli investimenti sono, infatti, allocati in attività regolate, che presentano un profilo di maggiore visibilità sui ritorni nel medio-lungo termine. Inoltre, un terzo degli investimenti è destinato a progetti sostenibili che ne garantiscono un profilo di rischio ulteriormente contenuto.

A questa maggiore visibilità contribuisce decisamente la nuova regolazione dell’Authority ARERA che ha approvato nuovi schemi tariffari che riguardano tutti i servizi regolati, incluse le attività di raccolta e spazzamento che erano rimaste le uniche senza un sistema tariffario omogeneo a livello nazionale. La piena coerenza tra i sistemi tariffari già esistenti nell’idrico e nella distribuzione di gas ed elettricità e il nuovo sistema tariffario della Raccolta e Spazzamento, porta ad un maggiore allineamento delle condizioni del servizio in tutte le attività regolate e consente un migliore conforto sulla maggior parte delle decisioni di investimento future.

Le attese di crescita del nuovo Piano sono quindi caratterizzate da un rischio diversificato su tutti i business del portafoglio e meno esposte alle variabili esterne, rispetto al vecchio piano, dato che buona parte dei risultati dell’Ebitda proviene da attività regolate con tariffari definiti nel medio/lungo termine.

Per quanto riguarda la crescita per linee esterne, il Gruppo prevede di concentrare l’espansione per M&A, sia di realtà “multi-utility” con un portfolio mix simile e complementare a quello di Hera, alle aree limitrofi al territorio di riferimento (che consente non solo di accelerare l’estrazione delle sinergie da fusione integrale ma anche di operare con minore margine di rischio) che su attività liberalizzate “mono-business” nel settore del trattamento rifiuti e nella vendita di energia.

La circolarità

Gli indirizzi del Piano industriale, così come le azioni messe in campo da Hera negli anni passati, confermano la continua volontà del Gruppo di promuovere progetti e iniziative concrete e orientate al raggiungimento degli obiettivi prefissati in termini di riduzione, riuso, riciclo, recupero e rigenerazione.

Target sostenibili al 2030

In quest’ottica, la società ha previsto investimenti per oltre 950 milioni di euro in arco Piano, di cui 330 milioni per rendere le città sempre più smart, grazie all’innovazione e all’evoluzione tecnologica, o in progetti di efficienza energetica, per il recupero e il riuso della materia, per la tutela dell’aria, per la resilienza delle reti in risposta ai cambiamenti climatici.

Il Piano al 2023 prevede che il 42% del MOL sia a “valore condiviso”, ovvero riconducibile a progetti che rispondono agli SDGs dell’Agenda ONU e fissa dei target al 2030, su otto principali obiettivi di sostenibilità, per allinearsi con l’orizzonte temporale dell’agenda delle Nazioni Unite e dei Piani Energetici nazionali ed europei.

Gli obiettivi di riduzione degli impatti delle attività riguardano tutti gli ambiti in cui il Gruppo opera, che prevedono un miglioramento non solo della “impronta” di carbonio, ma anche di quella idrica e di quella legata al consumo delle risorse naturali. Tra gli obiettivi al 2030: aumentare il tasso di riciclo dei rifiuti urbani aumentando la raccolta differenziata al 67% (al 75% invece per gli imballaggi di plastica) e superando lo stesso target UE del 65%; ridurre ulteriormente i consumi energetici del Gruppo, diminuendoli del -10% rispetto al 2013; tagliare le perdite lineari di rete del ciclo idrico del 7% rispetto al 2018.

Impegni perfettamente in linea con i principi dell’economia circolare e con la natura stessa dei business di Hera.

La creazione di valore condiviso

L’elemento fondamentale nella strategia del Gruppo rimane l’attenzione alla sostenibilità, in coerenza con gli obiettivi dell’Agenda 2030 applicabili alle attività della multiutility condividendo con tutti gli stakeholder il valore creato dalla gestione.

Hera riconferma l’implementazione, nei propri business, di 11 dei 17 principi dell’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile per far sì che il valore delle attività di business, oltre a generare margini operativi, rispondano ai driver per una crescita sostenibile. Quasi 3/4 della crescita prevista in arco Piano sarà infatti sostenuta da progetti per rispondere a queste “call to action”, portando la quota di MOL a Valore Condiviso a toccare i 530 milioni di euro nel 2023 (pari al 42% del MOL complessivo atteso).

La pianificazione della multiutility vede, inoltre, a partire da questo nuovo documento di strategia, un impegno anche di lungo termine, con l’identificazione di otto precisi obiettivi di sostenibilità al 2030, concentrati nella sfera ambientale e sociale. In ragione di questa impostazione, circa il 70% dell’incremento del MOL consolidato nel quinquennio sarà riferibile a progetti di natura sostenibile, a dimostrazione di come la sostenibilità sia profondamente integrata nei business che gestiamo e nella strategia perseguita.

In Hera l’approccio al Valore Condiviso, che punta a massimizzare la creazione di valore congiunto sia per l’azienda, sia per le comunità in cui essa opera, passa anche dalla valorizzazione delle persone. Il Gruppo promuove anche attivamente le pari opportunità, l’inclusione e la valorizzazione delle diversità, come dimostrato dal recente ingresso nel Bloomberg Gender-Equality Index 2020 e dal ranking ottenuto nel Diversity & Inclusion Index 2019 di Refinitiv (ex Thomson Reuters), in cui Hera è risultata terza azienda in Italia e 14esima a livello mondiale.

A riprova della validità del percorso intrapreso dal Gruppo, anche la strategia d’impresa, che mette le persone al centro e le coinvolge verso uno scopo, è appena stata premiata con la certificazione di Top Employer 2020, per l’undicesimo anno consecutivo.

Gli investimenti, volano per la crescita

Per i prossimi cinque anni il Gruppo ha previsto di mettere in campo 2,86 miliardi di euro, di cui circa 2 miliardi per il mantenimento della attuale base impiantistica e 900 milioni per il suo ulteriore potenziamento. Di questi sono in aumento anche gli investimenti destinati allo sviluppo organico delle infrastrutture, a cui saranno dedicati 0,54 miliardi di euro.

Scendendo nel dettaglio, la spesa per investimenti di sviluppo organico, pari a 540 m€, è in aumento del 29% rispetto al Piano precedente. I 170 m€, identificati come M&A, rappresentano il capex di mantenimento relativo ad aziende che Hera prevede entrino nel proprio perimetro nel corso dei prossimi anni, mentre i restanti 190 m€ fanno riferimento all’esborso per le gare gas entro il 2023, considerando che oltre metà di queste avrà luogo oltre l’orizzonte di Piano.

Complessivamente, nei cinque anni, il 73% dei capitali sarà allocato su attività regolate, in particolare alla filiera reti e alle attività di igiene urbana, con interventi di ammodernamento e sviluppo delle infrastrutture, confermando un’attenzione particolare alla loro resilienza, all’innovazione e alla qualità dei servizi offerti al territorio.

A fronte degli investimenti stanziati, la società prevede un MOL di 1.250 m€ al 2023, ovvero 219 milioni in più, rispetto ai 1.031,1 milioni di fine 2018, che rappresenta un incremento medio annuo di circa 44 milioni e superiore di 65 milioni, rispetto al valore di uscita del precedente Piano al 2022.

In particolare, circa la metà di questa crescita, per 107 m€, è attesa dall’M&A, con l’operazione Ascopiave che, a cominciare già dal corrente esercizio, porterà un contributo di 57 m€, che diventano 40 m€ al netto dell’uscita dal perimetro delle attività di distribuzione gas, così come parte dell’operazione definita.

La maggiore velocità di crescita dell’MOL si tradurrà anche in maggiori flussi di cassa, rafforzando la tipica flessibilità finanziaria del Gruppo Hera e consentendogli di poter cogliere ulteriori opportunità di crescita per linee esterne non incluse nel piano.

La generazione di cassa e la remunerazione degli azionisti

La forte generazione di cassa nel quinquennio 2019-2023 consentirà di finanziare il robusto piano di investimenti, senza modificare la solidità finanziaria: nonostante i considerevoli investimenti previsti, migliorerà l’equilibrio finanziario e patrimoniale, con un rapporto tra PFN e MOL a 2,8x al 2023 (rispetto ai 2,9x del precedente Piano).

Oltre alla generazione di cassa, il nuovo Piano conferma l’attenzione alla creazione di valore per tutti gli stakeholder, a partire dagli azionisti, e alla trasparenza della politica dei dividendi che si prevedono in aumento.

Sulla base dei flussi di cassa stimati, dell’impegno per finanziare gli investimenti previsti a Piano e della volontà di mantenere la flessibilità finanziaria, Hera ha definito una politica di distribuzione degli utili, migliore rispetto al piano precedente, che prevede un aumento del 20% del dividendo per azione nell’arco del Piano.

A partire dall’esercizio in corso, è previsto un incremento annuale di 0,5 centesimi del dividendo per azione di competenza, fino a raggiungere 12 centesimi di euro per l’esercizio 2023. Il ritmo di crescita del dividendo è dunque superiore rispetto a quello previsto nel precedente Piano industriale, che presentava, invece, un aumento dei dividendi con cadenza “biennale”.

Accelera quindi la remunerazione degli azionisti attraverso i dividendi – una componente importante del Total Shareholder Return che, se calcolato dall’IPO a oggi, è stato in media del 9,5% all’anno, un valore che rispecchia perfettamente la crescita media annua del 10% che il Gruppo ha conseguito a livello di utile per azione nello stesso arco temporale.

Il parere degli analisti e il target price

Tutte le analisi sono sostanzialmente positive e contengono diversi apprezzamenti sulla solidità e coerenza del nuovo piano, rispetto a quelli precedenti. Ne consegue che, dopo la pubblicazione del nuovo Piano, gli analisti hanno migliorato le loro valutazioni portando il target price medio a 4,15 euro.

Ricordiamo che lo scorso anno, il target price di consensus degli otto analisti in copertura su Hera è passato da 3,28 euro, a gennaio 2019, a 3,87 euro a fine dicembre 2019, con un progresso complessivo del 17,8%. Nel frattempo, il prezzo del titolo, che già in prossimità della pubblicazione dei risultati dell’esercizio 2018 aveva chiuso il gap con il target price di consenso, ha continuato la sua ascesa anche grazie all’inclusione nell’indice principale di Borsa Italiana FTSE MIB. Infatti, nell’ultimo trimestre dell’anno, le quotazioni di mercato di Hera sono state superiori al target price medio dei broker.

Di seguito la sintesi dei giudizi e dei prezzi obiettivo aggiornati dagli analisti a valle della pubblicazione del nuovo documento strategico.

L’andamento del titolo in Borsa

Nel 2019 il titolo Hera ha messo a segno un incremento del 46% del prezzo del titolo. Una performance superiore sia a quella del FTSE MIB (+28,1%) sia a quella dell’indice settoriale (+35,0%).

Subito all’inizio dello scorso anno Hera ha registrato un recupero delle quotazioni, che le ha consentito di annullare la performance negativa registrata nel 2018. A livello di fattori specifici per la Società, il titolo ha ricevuto un forte impulso dall’ingresso nel FTSE Mib, che misura la performance di 40 titoli italiani di società di primaria importanza, avvenuto il 18 marzo del 2019. Gli investitori passivi che per statuto fanno tracking del FTSE Mib hanno infatti dovuto inserire le azioni Hera nei propri portafogli. Inoltre, nella sfera degli investitori attivi, Hera ha guadagnato visibilità e avuto accesso, anche grazie alla maggiore liquidità, a nuovi qualificati profili di interlocutori, soprattutto a livello internazionale.

Il forte rialzo del titolo Hera, che sicuramente si colloca in un contesto che ha favorito l’investimento azionario in generale e quello delle utility in particolare, conferma anche l’efficacia dei nostri sforzi per portare, anche nel 2019, la equity story di Hera nelle principali piazze finanziarie internazionali, tra cui Australia e Stati Uniti.