Il Sole 24 Ore ha archiviato il 2019 con ricavi in calo del 6% a 198,7 milioni.
Una dinamica che ha scontato la diminuzione dei ricavi pubblicitari (-4,3% a 81 milioni), dei ricavi editoriali (-5,7% a 101,3 milioni), dei diffusionali (-5% a 49,5 milioni, al cui interno i ricavi diffusionali cartacei sono scesi a 31,5 milioni, -7,5%, e i diffusionali digitali sono rimasti stabili a 18 milioni), dei ricavi delle banche dati (-6% a 33,3 milioni), di quelli dell’Area Cultura (-22,2% a 12,1 milioni) e degli altri ricavi (-16,5% a 16,4 milioni).
L’Ebitda si è fissato a 21 milioni (7 milioni nel 2018). L’aggregato, al netto degli effetti dell’Ifrs 16 e delle partite non ricorrenti, è stato pari a 5,2 milioni (-45,3% rispetto ai 9,5 milioni del 2018 calcolati su base omogenea).
L’Ebit è risultato negativo per 2,8 milioni, contro il deficit di -3,2 milioni dell’anno precedente, a seguito dell’incremento di ammortamenti e svalutazioni più che raddoppiati a 23,8 milioni. L’aggregato, al netto degli effetti dell’Ifrs 16 e delle partite non ricorrenti, è pari anch’esso a -2,8 milioni (+0,5 milioni nel 2018).
L’esercizio si è chiuso con una perdita netta di 1,2 milioni (deficit di 6 milioni nel 2018). Escludendo gli effetti dell’Ifrs 16 e degli oneri/proventi non ricorrenti, il risultati netto è negativo per 4,8 milioni (-1,3 milioni nel 2018 su base omogenea).
Dal lato patrimoniale, al 31 dicembre 2019 l’indebitamento finanziario netto ammonta a 26,3 milioni contro un debito netto di 34,9 milioni al 1° gennaio 2019 che include l’applicazione dell’Ifrs 16 (5,9 milioni ante Ifrs 16).
Il gruppo monitora l’evolversi dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19 e l’andamento dei mercati di riferimento rispetto alle ipotesi del piano, valutando l’effettiva possibilità di riprogrammare le iniziative previste e mantenendo l’attenzione al contenimento dei costi e all’individuazione di iniziative che possano mitigare il rischio legato alle incertezze correlate all’effettivo conseguimento dei ricavi stimati.
Allo stato attuale il gruppo ritiene di non avere ancora elementi tali da poter determinare eventuali impatti di medio-lungo periodo sulle proprie prospettive economiche-finanziare.