Rcs Mediagroup ha chiuso il 2019 con ricavi consolidati in calo del 5,3% a 923,6 milioni rispetto al 2018.
In particolare, i ricavi editoriali sono scesi a 408,4 milioni (-5,5%), quelli pubblicitari a 384,5 milioni (-5,2%) e i ricavi diversi a 130,7 milioni (-4,9%). I ricavi digitali sono aumentati a 167 milioni (18% del totale).
L’Ebitda post applicazione dell’Ifrs 16 è calato a 153,3 milioni (-1,2%) con un’incidenza del 16,6% sul fatturato (in linea con l’anno precedente). Escludendo gli effetti dell’Ifrs 16, l’Ebitda si è fissato a 127,1 milioni (-18,1%).
L’Ebit è diminuito del 11,3% a 102,5 milioni, con un ros dell’11,1% (in linea con l’anno precedente), complice l’incremento degli ammortamenti a 49,8 milioni (da 5,4 milioni). Escludendo gli effetti dell’Ifrs16, l’Ebit è stato pari a 99,5 milioni (-13,9%).
Il periodo si è chiuso con un utile netto in calo del 19,6% a 68,5 milioni, rispetto a 85,2 milioni del 2018 (-19,6%); depurato dell’impatto dell’Ifrs 16 l’utile netto è pari a 68,9 milioni.
Dal lato patrimoniale, al 31 dicembre l’indebitamento finanziario netto ammonta a 131,8 milioni rispetto ai 187,6 milioni di fine 2018. Includendo gli effetti dell’applicazione dell’Ifrs 16 (principalmente per locazioni di immobili pari a 175,3 milioni), l’indebitamento netto peggiora a 307,1 milioni.
Il cda proporrà all’assemblea la distribuzione di un dividendo pari a 0,03 euro per azione.
Il gruppo ritiene di disporre di leve gestionali adeguate per contrastare gli effetti dell’emergenza sanitaria nel 2020 e confermare quindi le prospettive di medio-lungo periodo.
Prima del manifestarsi dell’emergenza sanitaria, RCS riteneva raggiungibile l’obiettivo di conseguire nel 2020 livelli di marginalità almeno in linea con quelli realizzati nel 2019 e una significativa riduzione dell’indebitamento finanziario netto.