Mercati – Falsa partenza anche nel secondo trimestre, Milano chiude a -3%

Seduta all’insegna delle vendite per l’azionario, che apre il nuovo trimestre in rosso dopo aver chiuso il precedente con la peggior performance complessiva dal 2008.

A Milano il Ftse Mib termina in calo del 3% a 16.545 punti, in linea con l’Ibex 35 di Madrid (-3,1%). Più arretrati il Dax di Francoforte (-3,9%), il Ftse 100 di Londra (-4,3%) e il Cac 40 di Parigi (-4,3%). Oltreoceano, ribassi marcati per Dow Jones (-3%), S&P500 (-3,4%) e Nasdaq (-2,7%).

Gli operatori continuano a monitorare gli impatti dell’epidemia di coronavirus, con la prospettiva di un prolungamento generale dei lockdown e di una brusca riduzione degli utili societari, oltre agli stop a distribuzione dei dividendi e buyback azionari.

Negli Usa, Donald Trump ha lanciato l’allarme per le prossime settimane ed è pronto a lanciare un nuovo piano di spesa nelle infrastrutture da 2 mila miliardi di dollari. Uno studio di Morgan Stanley stima che il deficit Usa superi 3.700 miliardi di dollari quest’anno, a cui si aggiungeranno ulteriori 3 mila miliardi nel 2021, finanziati in larga parte dagli acquisti di Treasury da parte della Federal Reserve.

La banca centrale americana ha annunciato ieri un nuovo intervento per facilitare l’accesso al credito in dollari all’estero. Il Fondo Monetario Internazionale, invece, ha ammonito sulla possibilità che i sistemi bancari di alcuni Paesi debbano essere ricapitalizzati, o addirittura ristrutturati.

Una parziale nota positiva è giunta dall’indice manifatturiero cinese di marzo, che ha registrato una ripresa rispetto al mese di febbraio segnalando un miglioramento della seconda potenza mondiale.

Anche la stima Adp sull’occupazione statunitense nel settore privato ha contenuto i danni rispetto alle attese, evidenziando solo 27 mila impieghi persi contro i 150 mila previsti. Tuttavia, tali dati sono aggiornati solo fino al 12 marzo ed è probabile che i non farm payrolls in uscita venerdì mostrino una contrazione più marcata. L’indice ISM manifatturiero si è attestato a 49,1 punti contro i 44,5 del consensus e i 50,1 di febbraio.

Intanto nel Vecchio Continente Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea, ha annunciato un piano per sostenere l’occupazione e il reddito dei lavoratori delle aziende ferme a causa del coronavirus.

Sul Forex l’euro/dollaro scivola a 1,094 in scia ai deboli dati di marzo sull’attività manifatturiera dell’eurozona. In calo anche il cambio fra biglietto verde e yen a quota 107,1.

Tra le materie prime l’oro viaggia in area 1.586 dollari l’oncia, dopo che La Banca centrale russa ha messo fine ad un programma decennale di acquisti. Restano deboli le quotazioni del greggio con il Brent (-5,8%) a 24,8 dollari e il Wti (+0,2%) a 20,45 dollari dopo l’incremento oltre le attese delle scorte statunitensi emerso dai dati settimanali dell’Energy Information Administration.

Nel frattempo, Trump è intenzionato ad incontrare Russia e Arabia Saudita, il cui scontro sta determinando un eccesso di offerta in un contesto già appesantito dalle conseguenze della pandemia sulla domanda.

Sull’obbligazionario, il rendimento del Btp decennale italiano scende all’1,48% portando lo spread con il Bund a 194 punti base.

Tornando a Piazza Affari gli acquisti premiano Atlantia (+5%) in scia agli spiragli di risoluzione del nodo legato alla concessione autostradale, mentre le vendite colpiscono soprattutto Exor (-7,5%), Snam (-7,3%) e Pirelli (-6,4%).