Il cda di Bper ha deciso di non procedere alla distribuzione di un dividendo unitario in contanti pari a 0,14 euro per azione, per un ammontare massimo complessivo pari a 72,9 milioni, in ottemperanza alle indicazioni della Vigilanza.
Il board, infatti, ha preso atto della raccomandazione espressa dalla BCE in data 27 marzo 2020 relativa all’astensione dal pagamento di dividendi e alla non assunzione di alcun impegno irrevocabile per il pagamento degli stessi per gli esercizi 2019 e 2020.
Il tutto in modo tale che le banche mantengano un adeguato livello di patrimonializzazione per sostenere il credito a famiglie e imprese in un contesto caratterizzato dalle gravi ripercussioni che l’emergenza sanitaria da Covid-19 sta producendo.
Il cda proporrà all’assemblea convocata per il 22 aprile 2020 l’accantonamento a riserve dell’intero utile netto dell’esercizio 2019, pari a 385,4 milioni.
Il board si riserva di riconvocare nel prosieguo l’assemblea per l’esame di proposta di distribuzione di riserve, valutate le condizioni di mercato al momento esistenti e nel rispetto degli orientamenti espressi dall’Autorità di Vigilanza (in ogni caso non prima del 1° ottobre 2020).
L’assegnazione a riserve dell’utile netto 2019 avrà l’effetto di rafforzare la già solida posizione patrimoniale del gruppo, portando il Common Equity Tier1 ratio pro-forma fully phased del 31 dicembre 2019 al 12,23% dal 12,01% (+22 pb) con un buffer patrimoniale complessivo rispetto al requisito SREP fissato dalla BCE al 9% per il 2019 quantificabile in 1,1 miliardi.
Tale surplus di capitale sarebbe ancora più ampio rispetto al requisito regolamentare se calcolato tenendo conto delle novità introdotte dal regolatore a partire dal 12 marzo e ammonterebbe a 2,3 miliardi.