Utility – L’Europa investe sempre di più nell’eolico onshore

Nel 2019 in Europa l’industria eolica ha investito 52 miliardi, di cui 19 miliardi destinati al finanziamento di nuovi parchi eolici. I rimanenti 33 miliardi sono stati investiti in rifinanziamento di parchi eolici, fusioni e acquisizioni a livello di progetti e società, pubbliche transazioni di mercato e raccolta di private equity. E’ quanto si legge nel nuovo report pubblicato da WindEurope.

Fonte: WindEurope

La maggior parte degli investimenti in nuovi parchi eolici si è rivolto all’onshore, con 13 miliardi che hanno riguardato oltre 10 GW di nuovi progetti, dimostrando un forte interesse europeo per lo sviluppo per questo tipo di eolico.

“Governi e investitori continuano ad avere un forte appetito per l’eolico onshore. Perché in gran parte dell’Europa è la forma più economica per la generazione di nuova capacità. E le ultime aste in Polonia, Danimarca, Grecia, Francia, Italia e Lituania testimoniano il forte sostegno all’eolico onshore e ai prezzi competitivi”. Ha affermato Giles Dickson, Ceo di WindEurope, che prevede che “l’eolico onshore sarà l’80% di tutte le aggiunte di capacità eolica nei prossimi cinque anni ”.

La Spagna ha finanziato il maggior numero di progetti nel settore dell’energia eolica nel 2019 sia in termini di capacità finanziata sia di importo investito, pari a 2,8 miliardi. E, secondo WindEurope, i prossimi maggiori investitori nell’eolico onshore a livello di area euro saranno Svezia e Polonia.

Fonte: WindEurope

“Gli investitori comprendono che l’energia eolica è una buona scommessa per raggiungere gli obiettivi Green Deal europeo. Oggi l’eolico è il 15% dell’elettricità europea. La Commissione europea prevede che sarà il 50% entro il 2050” ha ricordato Dickson.

E lo scorso anno “avrebbe potuto essere un anno record per gli investimenti eolici in Europa, se non fosse stato per un brusco calo dei nuovi investimenti in Germania” ha continuato l’Ad che ha spiegato come il problema in Germania sia legato alle autorizzazioni. “Le regole sono troppo complesse e non è chiaro dove stiano andando: il governo deve chiarire le cose per far tornare gli investitori”.

Il Report evidenzia il crescente interesse delle aziende a reperire energia rinnovabile. Le società infatti possono ridurre e fissare i costi dell’elettricità nel tempo e ridurre il loro impatto sull’ambiente firmando un PPA (Power Purchase Agreement) a lungo termine. Proprio il 2019 infatti ha segnato il boom di questo strumento. Nell’anno, considerate tutte le fonti di energia rinnovabile, le imprese hanno contrattualizzato più di 2,5 GW con l’eolico che ha contribuito a circa 1,7 GW.

Fonte: WindEurope

Diversi sono gli investitori coinvolti nel finanziamento dell’energia eolica. Le banche svolgono un ruolo crescente estendendo oltre 20 miliardi di debito pro-soluto nel 2019. L’importanza del debito pro-soluto continua a crescere. Ora rappresenta il 49% di tutti gli investimenti in nuovi progetti eolici onshore e il 77% di tutti gli investimenti in nuovi parchi eolici offshore.

Il “Sustainable Europe Investment Plan”, pilastro degli investimenti del Green Deal europeo, mira a mobilitare almeno 1.000 miliardi in capitale pubblico e privato aggiuntivo per progetti di energia rinnovabile nel prossimo decennio. Da solo il bilancio dell’UE fornirà 503 miliardi per investimenti relativi a clima e ambiente nel periodo 2021-2030, innescando un ulteriore cofinanziamento nazionale di 114 miliardi.

Tuttavia, la prospettiva a breve termine è offuscata dagli effetti di COVID-19, la cui pandemia potrebbe ridurre la liquidità del mercato sia nel comparto azionario sia in quello del debito.

“Dobbiamo ancora vedere la portata dell’impatto di COVID-19 sugli investimenti nell’energia eolica” ha chiarito Dickson, che vuole  lanciare un messaggio a investitori e politici. “Le energie rinnovabili e il Green Deal europeo sono il motore della ripresa dell’Europa. Creano crescita. Assicurano posti di lavoro. Sono fondamentali per la nostra leadership tecnologica verso un’economia neutrale dal punto di vista climatico”.