Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, rassicura sulla solidità della banca che, a certe condizioni, sarebbe tra le poche in Europa a essere in grado di pagare un dividendo nonostante gli impatti del Coronavirus. Messina ribadisce l’impegno dell’istituto a sostegno dell’economia e invita anche gli imprenditori forti a fare la loro parte.
Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, ha dichiarato, in un’intervista a La Repubblica, che l’istituto potrà pagare il dividendo, attualmente congelato dalla Banca Centrale Europea, se la variazione del Pil italiano sarà vicino allo zero nella seconda parte dell’anno e ci saranno “buone prospettive” per il 2021.
“Mi sento di poter dire che se la riduzione del Pil italiano tenderà ad avvicinarsi a zero nella seconda parte dell’anno, con prospettive positive per l’anno prossimo, Intesa Sanpaolo sarà in grado di pagare il dividendo proposto agli azionisti”, ha affermato il Ceo della principale banca italiana.
Messina ha anche sottolineato che in Europa saranno poche le banche nelle condizioni di distribuire la cedola. “Ma noi siamo leader in Europa per solidità patrimoniale”, ha ribadito l’amministratore delegato di Cà’ de Sass. Una solidità e una capacità di remunerazione che Messina non vuole siano realizzate a spese del personale con tagli ai dipendenti.
“Aggiungo che un eccesso di capitale in banca spesso si accompagna con l’ipotesi di tagliare i costi del personale, altrimenti non si arriva a un’adeguata remunerazione dello stesso. Io non sono mai stato disposto a interventi del genere, né lo sarò in futuro. Vogliamo restare leader per solidità anche pagando le cedole. Poi, chiaro, dipende dal placet della Bce”, ha precisato l’Ad del gruppo.
Quanto all’offerta di scambio per Ubi Banca, Messina ne ha confermato la validità e ha sostenuto che gli imprenditori azionisti che intervengono nella governance non hanno mai fatto bene alle banche, ma l’esito della partita è nelle mani degli investitori.
Messina ha poi fatto un appello agli imprenditori italiani. “Noi forniremo alle aziende 50 miliardi di crediti, ma le imprese forti facciano la loro parte”, ha affermato il manager, aggiungendo: “gli imprenditori che hanno ricchezza in Italia e all’estero facciano tornare i loro soldi in azienda e lascino ai più deboli gli aiuti pubblici”.