Giandomenico Genta, fresco della riconferma a presidente della Fondazione Cassa Risparmio di Cuneo avvenuta ieri, ribadisce il proprio no all’Ops di Intesa Sanpaolo su Ubi, di cui la fondazione è uno dei principali soci, nel giorno dell’assemblea della banca.
Le motivazioni del presidente della fondazione sono di tipo economico e strategico. Dal punto di vista economico Genta ritiene che l’offerta non valuti adeguatamente Ubi.
“La nostra posizione continua a essere di assoluta contrarietà a un’operazione che sottovaluta di oltre il 60% il valore del patrimonio di Ubi e prevede lo smembramento del gruppo, con la cessione del comparto assicurativo a UnipolSai e di oltre 400 sportelli a Bper”, afferma il presidente di CariCuneo in un’intervista al Sole24ore.
Genta sottolinea poi l’impatto del congelamento del dividendo da parte della BCE che a suo avviso è peggiorativo per il successo dell’offerta. “Il tema dividendi era cruciale per la riuscita dell’Ops”, aggiunge nell’intervista.
Un argomento a cui Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, ha indirettamente risposto affermando in un’altra intervista che la cedola potrà essere pagata se il Pil del secondo semestre terrà (mostrandosi piatto) e se vi saranno buone prospettive per il 2021.
In ogni caso, anche in un momento di difficoltà dell’economia come quello portato dall’epidemia Covid-19 che ha colpito soprattutto nelle aree di radicamento di Ubi, per Genta l’istituto ha le dimensioni per affrontare il mercato ed eventuali aggregazioni dovrebbero aumentare pluralità e concorrenza sul mercato, non diminuirle.