UniCredit – Le risposte di UniCredit alle domande degli azionisti

Sono ben 47 le pagine impiegate da UniCredit per rispondere alle domande degli azionisti, che le hanno dovute mandare anticipatamente all’istituto e alle quali la banca ha pubblicato le risposte, in vista dell’assemblea in calendario per oggi, a porte chiuse come previsto dalla normativa sull’emergenza sanitaria Covid-19.

Diversi gli argomenti trattati, dalla politica delle acquisizioni, agli effetti del Coronavirus sugli obiettivi economici del piano “Team 23”, oltre altri aspetti organizzativi e di governance.

Sul tema acquisizioni UniCredit ha risposto sia per quanto riguarda la propria strategia di espansione, sia sulla possibilità che l’istituto possa diventare a sua volta oggetto di conquista, alla luce degli effetti della pandemia.

“Al momento non abbiamo in progetto nuove acquisizioni o cessioni, ad eccezione di eventuali acquisizioni minori nei mercati di interesse in Europa centro-orientale, dove abbiamo già una presenza strategica. Quest’ultimo punto dovrà comunque essere valutato alla luce del nuovo scenario macroeconomico di riferimento e in particolare alla luce degli impatti del Covid-19”, è la risposta al quesito sulle aggregazioni.

Mentre sul fatto che possa essere scalabile il gruppo sottolinea che “la diffusione del Covid-19 ha provocato significativi ribassi nei corsi azionari della maggior parte delle società europee ed internazionali e quello bancario è uno dei settori che ha registrato le maggiori perdite. A partire dalla metà di febbraio, data di diffusione dei primi casi di contagio in Italia, le azioni UniCredit hanno subito un ribasso, sostanzialmente in linea con quello dell’indice bancario europeo nello stesso periodo. La riduzione della capitalizzazione di mercato nell’attuale congiuntura rappresenta pertanto un fenomeno generalizzato a livello europeo e internazionale, in particolare modo per il comparto bancario, e non specifico di UniCredit”.

Sulla scelta, invece, di vendere la quota di Mediobanca e di Fineco tramite una procedura di accelerated bookbuilding anziché trattativa con soci specifici, UniCredit ha sottolineato che la valutazione è stata puramente finanziaria e in questo modo la banca è riuscita a cogliere le valutazioni più favorevoli grazie alla rapidità del timing dell’operazione.

Per Fineco si sottolinea che la cessione “ha generato complessivamente un impatto positivo di circa 55 punti base nel CET1 capital ratio del gruppo e un impatto positivo a conto economico di circa 1,2 miliardi, equivalente a 18 volte il dividendo distribuito da Fineco  Bank a favore di UniCredit nel 2019”.

Quanto alle previsioni dell’impatto dell’epidemia Covid-19 sui conti, UniCredit sottolinea che “la crisi sanitaria legata a Covid-19 ha generato una situazione di mercato caratterizzata da incertezze – con impatti anche nell’ambito del mercato finanziario – che rendono al momento di difficile valutazione ogni previsione circa gli impatti, ad oggi non quantificabili, sulla profittabilità del gruppo”.

Infine, l’istituto a precisa domanda risponde che non c’è un progetto di trasferire la sede legale in Olanda e quella fiscale in Gran Bretagna, mentre sulla questione del voto multiplo alle azioni non sono state prese decisioni.

Mentre sulla creazione di una sub-holding, il progetto viene definito ancora in fase di studio.