Banco Bpm – Tononi: la priorità è non fare mancare liquidità alle imprese

Massimo Tononi, neo-presidente dell’istituto di piazza Meda, è stato catapultato in prima linea in una situazione dove l’emergenza Covid-19 rende prioritario assistere le aziende clienti della banca fornendo loro la liquidità necessaria in tempi rapidi e in modo efficiente per superare la crisi.

L’emergenza Covid-19, la necessità di sostenere le imprese clienti in modo rapido, ma anche l’attenzione a tutti gli altri stakeholders della banca, con un occhio anche alla governance, in un momento di turbolenza sui mercati. Sono numerosi i temi che coinvolgono Massimo Tononi, da poco eletto presidente di Banco Bpm dove lavorerà con Giuseppe Castagna, confermato dall’assemblea come amministratore delegato.

Tononi, in un’intervista a ilSole24ore, sottolinea come la priorità in questa fase sia garantire i crediti necessari alle aziende per potere affrontare la crisi improvvisa portata dalla pandemia Covid-19.

“Dobbiamo fare in fretta. Abbiamo 500.000 imprese clienti a cui dobbiamo garantire liquidità fin da subito. Tutti i dipendenti e i manager di BancoBpm sono mobilitati per agire con rapidità in questa direzione. È la priorità della banca” sottolinea Tononi nell’intervista.

Per il neo-presidente il decreto-liquidità approvato dal Governo è sicuramente positivo. Ora le banche stanno lavorando con la Sace per predisporre le procedure operative che auspicabilmente dovranno essere uniformi per tutte le banche, per potere arrivare a erogare nei tempi più rapidi possibile la liquidità alle imprese.

Unico neo, secondo Tononi, è non avere incluso le aziende che stanno riemergendo da un periodo di difficoltà, quelle che presentano crediti Utp, nel novero delle beneficiarie delle garanzie.

Tononi giudica quindi favorevole e necessario l’intervento dello Stato a sostegno dell’economia in una fase di crisi senza precedenti anche se sottolinea come, in caso di impegno diretto da parte dello Stato, debba poi essere previsto un percorso di uscita. Per non trasformare un sostegno temporaneo a una crisi a un modello economico differente per il nostro Paese che a fatica in passato ha affrontato la fase delle privatizzazioni.

Quanto a Banco Bpm per Tononi la grande pulizia del bilancio effettuata negli ultimi anni sotto la guida di Castagna, pone l’istituto in una buona situazione per affrontare l’attuale crisi.

“L’Npe ratio di BancoBpm (9,1% a fine 2019) è allineato alla media del sistema (8,7%). Questo grazie al drastico processo di de-risking di questi ultimi tre anni: il totale dei crediti deteriorati lordi è passato da 31 a 10 miliardi in questo periodo. In particolare, l’incidenza delle sofferenze nette sul totale dei crediti (1,5 miliardi pari all’1,5%) è tra le più basse del sistema” ricorda il manager.

Tononi sottolinea poi che Banco Bpm ha messo a disposizione dei clienti 5 miliardi di plafond a imprese, professionisti e commercianti, e la banca si è attivata su 70.000 richieste di moratoria.

Il tutto in un quadro in cui anche la Bce è intervenuta in modo significativo con l’allentamento dei vincoli sul capitale e il rafforzamento dei finanziamenti alle banche Tltro.

In questa situazione di emergenza anche i mercati finanziari sono stati colpiti e le quotazioni delle società sul listino sono crollate, mettendo potenzialmente diversi soggetti a rischio di scalata. Un tema che potrebbe riguardare anche il settore bancario.

“Il manuale del buon presidente prevede che si presti sempre attenzione all’ipotesi di un’operazione ostile. Io cerco di essere diligente” osserva Tononi nell’intervista, “ma confesso di dedicare quasi tutte le mie attenzioni su altri aspetti: ciò che dobbiamo e possiamo fare per garantire la salute e la sicurezza di tutte le persone di BancoBpm e per sostenere i nostri clienti, famiglie e imprese, in questo momento così difficile. Potrei ipotizzare che gli altri presidenti, anche quelli potenzialmente ostili, ammesso che esistano, si stiano comportando nello stesso modo, ma preferisco non farlo, perché non è detto sia così”.

In ogni caso, secondo Tononi, la fase di concentrazione del sistema del credito non è terminata. “Non credo che il consolidamento sia finito, e noi speriamo di poterne essere protagonisti” conclude il presidente.