Nel 2020 il settore elettrico potrebbe registrare una perdita di 5 miliardi di valore della produzione, il 31% del valore complessivo, a causa della paralisi delle attività produttive dovuta all’emergenza Coronavirus, che in Italia ha ridotto i consumi elettrici di oltre il 20% da metà marzo.
La stima è di Althesys – società di consulenza per il mercato elettrico, le rinnovabili, l’ambiente e le utility – che anticipa alcuni dei dati dell’Irex Annual Report, prodotto dal think tank italiano di riferimento per l’industria delle energie rinnovabili e l’efficienza energetica.
Per gli analisti, il rischio a fine anno si traduce in una perdita del 6% rispetto al 2019. La previsione di 302 miliardi di kWh per il 2020 rappresenta il livello di domanda più basso dal 2001.
Un rallentamento della domanda che tuttavia, secondo Althesys, favorisce le energie pulite, data la loro priorità di dispacciamento, che arriverebbero a soddisfare il 42% del fabbisogno nazionale, in progresso rispetto allo scorso anno, che registrava un 40%. A pagarne maggiormente le conseguenze sarebbero soprattutto produttori termoelettrici da fonti fossili come gas e carbone.
Non pare però essere a rischio la capacità di tenuta del sistema elettrico italiano, nonostante il calo del carico medio sulla rete (-5,6% a/a nel 1Q2020, -10,2% nel solo mese di marzo). I bassi consumi infatti possono portare a fermare le centrali termoelettriche con possibili difficoltà in caso di improvvise necessità dovute alle discontinuità delle rinnovabili.
L’adeguatezza del sistema, segnala Althesys, “si è dimostrata nel passato sufficiente e il gestore di rete ha finora dimostrato di essere in grado di assicurare l’equilibrio del sistema anche in situazioni critiche”.