SICIT Group (Aim) – Un modello di business vincente nella circular economy

SICIT è un’eccellenza italiana della green e della circular economy, che offre un servizio di importanza strategica per il settore conciario vicentino. Tutto questo ritirando e trasformando dei residui in prodotti ad alto valore aggiunto, totalmente biodegradabili, senza rischi per la salute pubblica e l’ambiente, limitando quasi a zero la produzione di rifiuti. Un risultato frutto degli importanti investimenti in R&D e dei tre laboratori all’avanguardia. 

Un quadro sul modello di business

Massimo Neresini, CEO di SICIT Group

“L’azienda opera integralmente nell’ambito della c.d. circular economy”, esordisce così Massimo Neresini, CEO di SICIT Group in un’intervista rilasciata a Market Insight.

“Ritiriamo, a pagamento, una parte importante dei residui della filiera conciaria come sottoprodotti di origine animale, quali carniccio, pezzamino e pelo animale, putrescibili; e residui post concia, quali rifili e rasature, stabilizzati dal processo di concia stesso”.

Tutti questi residui, prosegue Neresini, “grazie ad un know-how proprietario, messo a punto nel corso dei suoi 60 anni di vita, vengono poi trasformati in prodotti ad alto valore aggiunto, quali biostimolanti per l’agricoltura (naturali e non inquinanti) e additivi per l’industria edilizia”.

“Gli uni e gli altri sono venduti soprattutto alle multinazionali del settore, che li vendono a marchio proprio”.

Ricerca e sviluppo e sostenibilità

Ricerca e sviluppo ricoprono un ruolo importante nel modello di business di SICIT Group. Si tratta infatti di un’area in cui, l’azienda, come evidenzia Neresini,“spende circa il 3% del fatturato consolidato”.

Tutto questo mantenendo sempre alta l’attenzione anche sul tema della sostenibilità.

“Il Gruppo”, sottolinea l’Ad, è infatti integralmente eco-compatibile, poiché, da un lato, si alimenta, sostanzialmente, dei residui della filiera conciaria (ca. 130.000 tonnellate, nel 2019), contribuendo in misura essenziale alla sostenibilità della stessa e, dall’altro, li trasforma in prodotti naturali e di valore, soprattutto per la filiera agronomica (a base di proteine e amminoacidi del collagene), assolutamente innocui per l’ambiente”.

“In particolare, i biostimolanti a base di aminoacidi e peptidi ottenuti dall’estrazione e trasformazione dei residui collagenici della concia (ancora oggi nostro core-business) sono in grado di determinare, a loro volta e nell’ambito dei processi di produzione che li utilizzano, un’azione ‘di integrazione’ sostanziale con altri prodotti, quali i fertilizzanti chimici ed i fito-farmaci, promuovendo l’ottimizzazione nell’uso degli stessi e riducendo così gli sprechi di questi prodotti, che negli ultimi anni stanno soffrendo una campagna mediatica negativa.

La stessa base collagenica, opportunamente trattata e raffinata, viene utilizzata nell’industria edilizia risultando uno degli additivi fondamentali per la ‘lavorabilità’ dei gessi e dei carton-gessi”.

“Infine”, spiega Neresini, “la produzione di rifiuti, nel processo produttivo di Sicit, è marginale; e gli stessi vengono correttamente smaltiti come richiesto dalle normative europee”.

L’attività produttiva

“Sicit ritira, a pagamento, una parte importante dei residui della filiera conciaria [si veda sopra, ndr], i quali vengono sottoposti a un processo di trattamento e di idrolisi (in accordo con specifici Regolamenti Nazionali ed Europei), mediante il quale subiscono un processo chimico-termico (trattamento che, specificatamente per i sottoprodotti di origine animale, è stato approvato dal Comitato Scientifico della UE, dopo che Sicit stessa ha effettuato prove presso l’Università di Edinburgo), al fine di estrarre aminoacidi e peptidi dalla matrice proteica (collagene) presente nella materia prima”.

“Tale processo – continua Neresini – viene realizzato nei due stabilimenti di proprietà, rispettivamente di Arzignano (per la lavorazione dei sottoprodotti di origine animale) e di Chiampo (per la lavorazione dei residui post concia). Le fasi di trattamento e di idrolisi danno origine agli idrolizzati proteici che si presentano in forma liquida, densa e viscosa e vengono successivamente sottoposti ad ulteriori lavorazioni, sulla base delle formulazioni concordate col cliente, con lo scopo di associare alla base amminoacidica e peptidica ulteriori componenti (elementi nutritivi per le specifiche colture, micro-elementi, meso-elementi, ecc.) e/o di modificarne lo stato fisico (formulazione in polvere, scagliette, granuli e/o compresse solubili o ricoperte per un rilascio controllato)”.

“I prodotti così ottenuti”, prosegue l’Ad, “possono essere venduti come tali o confezionati in imballaggi industriali e resi disponibili per la vendita in favore dei clienti del Gruppo, i quali li venderanno a marchio proprio”.

“Quando il prodotto non è venduto sfuso (e prelevato dai trasportatori tramite autocisterne), è confezionato direttamente negli stabilimenti del Gruppo in imballaggi industriali, ossia cisternette e fusti di volume variabile per i prodotti liquidi o sacchi/big-bag industriali per i prodotti in polvere. Sicit non si occupa del confezionamento del prodotto negli imballi utilizzati dai consumatori finali, attività che viene svolta dai propri clienti per la commercializzazione del prodotto all’utilizzatore finale, a meno di specifiche richieste da parte del cliente”.

“Infine”, conclude, “l’attuazione di tale processo sui sottoprodotti di origine animale consente di estrarre un grasso animale che non viene sottoposto a ulteriore lavorazione, se non a delle operazioni di raffinazione; e commercializzato dal Gruppo come materia prima per la produzione di biocombustibili”.

L’attività commerciale

“Sicit opera secondo il modello B2B e vende i propri prodotti sia in Italia che all’estero. In agricoltura,” spiega il CEO, “i suoi partner commerciali acquistano i prodotti finiti del Gruppo per distribuirli come tali o per utilizzarli come componenti fondamentali delle formulazioni da essi prodotte e commercializzate. Nella maggioranza dei casi i clienti detengono la proprietà intellettuale della registrazione dei prodotti acquistati da Sicit e li propongono al mercato con proprio brand”.

“In linea con questa sua strategia distributiva”, prosegue il CEO, “Sicit non effettua attività di branding e comunicazione diretta al retail o agli utenti finali ma sostiene lo sviluppo del business dei propri clienti fornendo supporto tecnico (nei tre laboratori all’avanguardia del Gruppo, chimico-estrattivo, agronomico e di controllo qualità, si interagisce direttamente con i clienti sia nel momento della formulazione che nella verifica della qualità del prodotto finito) e regolatorio (il nostro gruppo tecnico è in grado di fornire al cliente tutto il supporto legislativo e di sicurezza dovuto nei diversi paesi di commercializzazione)”.

“Nonostante ciò, le principali legislazioni impongono ai clienti di indicare in etichetta l’identità del soggetto produttore (quindi sempre apparirà come produttore: SICIT Group SpA)”.

“Nel settore dei ritardanti del gesso”, afferma il capo azienda, “Sicit intrattiene principalmente rapporti commerciali diretti con gli utilizzatori finali dei suoi prodotti esclusivi, fornendo soggetti di natura prettamente industriale che producono gesso e pareti di cartongesso. In alcuni Paesi, sussistono accordi con distributori, i quali garantiscono supporto tecnico e servizio logistico agli stabilimenti di produzione”.

“Infine, il grasso prodotto dal Gruppo viene venduto a soggetti coinvolti nel processo di qualificazione e utilizzo dello stesso negli impianti di generazione dell’energia, quali aziende trasformatrici di grassi e/o trader”.

“L’attività di vendita”, afferma il capo azienda, “è deputata alla gestione dei rapporti e alla fidelizzazione dei clienti. L’attività commerciale include la negoziazione delle condizioni di fornitura, la definizione dei piani di business e il supporto tecnico e regolatorio, sia pre-vendita che post-vendita, ai clienti”.

“Le attività di marketing e le relazioni commerciali con i clienti”, prosegue il CEO,“sono gestite da due team, ciascuno focalizzato su un settore di business (biostimolanti, 4 dipendenti in Italia e 1 in Cina e ritardanti, 3 dipendenti in Italia e 2 negli Stati Uniti) e coordinati dalla direzione commerciale”.

“Le attività commerciali e di supporto ai clienti delle controllate Sicit USA e Sicit Shanghai sono coordinate dalla capogruppo. Le attività di processo degli ordini e di organizzazione delle spedizioni sono gestite da un team di customer service dedicato (4 dipendenti in Italia), anch’esso sotto la supervisione della direzione commerciale”.

“Da segnalare infine”, conclude Neresini, che “nell’esercizio 2019 SICIT ha realizzato operazioni commerciali con 336 clienti, distribuendo i propri prodotti in 73 Paesi”.