Trevi – Preconsuntivo 2019 al di sotto del piano industriale

Il CdA di Trevi ha esaminato i dati preconsuntivi del gruppo relativi all’esercizio 2019, rilevando significativi scostamenti rispetto ai corrispondenti dati previsionali contenuti nel Piano Industriale 2019-2022.

Nel 2019 i ricavi ammontano 624,3 milioni, circa 50 milioni inferiori alle previsioni del Piano, l’Ebitda ricorrente è pari a 59 milioni (circa 2 milioni inferiore alle previsioni), mentre l’Ebitda è pari 41 milioni (circa 16 milioni inferiore alle previsioni).

L’Ebit è negativo per 38 milioni (circa 47 milioni peggiore delle previsioni del Piano Industriale) e il risultato netto prima della quota di terzi evidenzia una perdita di 73 milioni (circa 236 milioni peggiore rispetto al piano).

L’indebitamento finanziario netto è pari a 732 milioni, circa 519 milioni superiore rispetto al Piano.

La società aggiunge che i dati preconsuntivi non tengono conto delle rettifiche necessarie a riflettere gli effetti del completamento della manovra finanziaria (che il Piano ipotizzava completarsi entro il 2019), dell’applicazione dell’IFRS 16 e del diverso criterio di contabilizzazione dei risultati della commessa di Boone Dam negli Stati Uniti.

Il management precisa, inoltre, che gli scostamenti rientrano nei range previsti dalle analisi di sensitività e che, pertanto, non siano tali da pregiudicare il raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano Industriale nell’orizzonte temporale da esso considerato (2019-2022).

Il CdA ha anche rivisto al ribasso le previsioni per l’esercizio 2020, a causa dell’influenza negativa del Covid-19. In particolare, si è assunto che lo stato di emergenza si protragga per un intero trimestre (1° marzo – 31 maggio 2020), ipotizzando per il periodo successivo una ripresa graduale.

Trevifin prevede che per gli esercizi 2021-2022 si potranno creare le condizioni per recuperare volumi e margini reddituali che stima non conseguibili nel 2019 e nel 2020, in modo tale da raggiungere gli obiettivi previsti nel Piano Industriale.

Il perdurare della situazione di emergenza oltre il 31 maggio 2020 potrebbe tuttavia rendere inattendibili le assunzioni prese in considerazione in relazione all’anno 2020 e imporre ulteriori verifiche circa le previsioni di raggiungimento degli obiettivi del Piano Industriale 2019-2022.

La società, infine, ritiene che, una volta ottenuta la necessaria autorizzazione, l’avvio
dell’aumento di capitale possa intervenire entro il corrente mese di aprile.