Ieri l’indice Ftse Italia Servizi Pubblici ha riportato un -3,1%, sottoperformando il corrispondente indice europeo (-2,5%) ma facendo comunque meglio del Ftse Mib (-4,8%).
Chiusura in rosso per le borse continentali, in un clima appesantito soprattutto da alcune trimestrali sottotono, dai dati macroeconomici deludenti e dai nuovi ribassi del petrolio.
Nel frattempo, i contagi nel mondo hanno superato quota 2 milioni ma diversi Stati hanno cominciato ad allentare le misure restrittive per consentire un graduale riavvio delle attività.
Sull’obbligazionario lo spread Btp-Bund risale di circa 20 bp a 235 punti base, con il rendimento del decennale italiano all’1,89%.
Tornando alle società del comparto, tra le big unica in territorio positivo Italgas che chiude a +0,8 per cento.
Terna (-1,8%) e Snam (-3%) hanno rinnovato la collaborazione su attività coordinate di ricerca, sviluppo e innovazione e sulle possibili convergenze tra sistema elettrico e sistema gas, con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente il loro impegno come protagonisti della transizione energetica in atto.
Enel (-3,7%) ha avviato una campagna di crowdfunding interna attraverso la quale il top management destinerà parte della propria remunerazione a favore di Associazioni del terzo settore particolarmente attive nei confronti delle persone più colpite dall’emergenza sociale causata dal COVID-19.
Tra le mid, argina Iren (-0,8%) che nella settimana dal 6 al 10 aprile 2020 ha acquistato 429.275 azioni ordinarie al prezzo medio unitario di 2,1289 euro, per un controvalore complessivo di 913.893,48 euro. A oggi la società detiene lo 0,44% del capitale.
Ancora in coda Acea (-5,7%) dopo la revisione al ribasso del prezzo obiettivo da parte di Banca Akros, da 21,50 a 20,30 euro, in scia ai rumors di un cambio di management.
Tra i titoli a minore capitalizzazione, unica sopra la parità è stata Acsm Agam (+0,5%).
Infine, nel 2020 il settore elettrico, secondo una stima di Althesys, potrebbe registrare una perdita di 5 miliardi di valore della produzione, il 31% del valore complessivo, a causa della paralisi delle attività produttive dovuta all’emergenza Coronavirus, che in Italia ha ridotto i consumi elettrici di oltre il 20% da metà marzo.