Il gruppo chiude il 2019 con risultati più che buoni, ma si accentuano i timori sugli effetti del coronavirus. Lo scorso anno si è infatti chiuso con vendite a 405 milioni (+7%), Ebitda a 46 milioni (+19%), Ebit a 29 milioni (+12%) ed utile a 19 milioni (+18%). L’approdo all’Aim del 13 marzo dello scorso anno ha dato un contributo importante anche alla struttura, grazie ai 30 milioni introitati nell’ambito della quotazione. Tuttavia, i rischi di “downside” nello scenario economico mondiale connessi alla pandemia del Covid-19 minano le aspettative e ad oggi non consentono al management di esprimere valutazione sull’evoluzione futura.
Modello di business
Comer Industrie progetta, produce e commercializza sistemi avanzati di ingegneria e soluzioni di meccatronica per la trasmissione di potenza, destinati a imprese operanti nei settori delle macchine per l’agricoltura, dell’attrezzatura edile e per la selvicoltura, dell’energia e dell’industria.
Il gruppo è presente direttamente in 8 nazioni ed esporta i propri prodotti in 54 Paesi. La produzione avviene negli 8 stabilimenti di proprietà, di cui 5 in Italia, 2 in Cina e 1 in India. Comer Industries è presente inoltre con filiali commerciali nel Regno Unito, Brasile, Usa, Francia e Germania (sono presenti sedi commerciali anche in India e Cina).
Ultimi avvenimenti
Si ricorda che Comer Industries ha debutto sul mercato Aim il 13 marzo 2019 a seguito della fusione per incorporazione della Spac Gear 1 a cui era abbinato un aumento di capitale riservato. Gear 1 ha così rilevato il 15% di Comer Industries per un controvalore di 30 milioni. Risorse che saranno indirizzate all’ampliamento della gamma dei prodotti e all’ingresso in nuovi mercati, nonché alla crescita per linee esterne.
In questa direzione nel 2019 Comer ha conferito il capitale sociale nella controllata Comer Industries (Jiaxing) per complessivi 11,7 milioni, dei quali 4 milioni per cassa e i restanti da parte della controllata Comer Industries (Shaoxing), con il conferimento di immobilizzazioni materiali e cassa. Quest’ultima ha pertanto terminato le attività manifatturiere, continuando con la sola operatività in trading di prodotti finiti e parti. Comer Industries (Jiaxing) lo scorso ottobre ha formalizzato con le autorità locali un nuovo contratto di locazione per l’ampliamento del sito industriale, di ulteriori 6.000 mq, portando la superficie complessiva a 25.000 mq.
Conto Economico
Nel 2019 il gruppo ha conseguito ricavi aumentati del 6,7% a 405 milioni, l’88,3% dei quali realizzati oltrefrontiera, sostenuto dal comparto industriale (+27%) che ha più che assorbito il calo del settore agricolo (-6%). Un andamento trainato dall’incremento del comparto industriale (+27%), grazie anche a nuovi prodotti che hanno apportato circa 50 milioni, pari al 12,4% del fatturato. Diversamente il settore agricolo segna un calo del 6% imputabile all’andamento ciclico del mercato. A livello geografico Asia e America Latina hanno evidenziato il maggior sviluppo in termini percentuali.
La minore incidenza dei costi operativi, connessa anche al continuo efficientamento dei processi produttivi, ha poi consentito la crescita dell’Ebitda a 45,7 milioni (+19%) con una marginalità all’11,3% (+120bp); +16,7% a 45 milioni l’Ebitda adjusted che esclude l’impatto dell’applicazione dell’IFRS 2 (sul processo di quotazione e stock grant) e IFRS 16 (trattamento contratti di leasing).
L’Ebit si porta a 27,8 milioni (+11,6%) dopo ammortamenti e svalutazioni saliti a 17,9 milioni (+33%), con il Ros sostanzialmente stabile al 6,9% (6,6% a fine dicembre 2018).
L’utile netto con una crescita del 18% si attesta a 18,5 milioni (4,6% dei ricavi), spesati oneri finanziati netti per 2,2 milioni (+6%) e imposte e tasse stabili a 7,1 milioni. L’utile netto adjusted depurato dai costi legati all’IFRS 2 cifra in 21,6 milioni, pari al 5,3% dei ricavi (4,1% nel 2018).
Breakdown Ricavi
Il positivo andamento dei ricavi è riconducibile alla crescita del comparto industriale (+27%), grazie anche al lancio di nuovi prodotti che hanno apportato circa 50 milioni (12,4% del fatturato) e consentito di equilibrare le due business area rispetto al 2018.
Diversamente il settore agricolo, che rappresenta oggi il 54% del volume d’affari (61% nel 2018), segna un calo del 6% imputabile all’andamento ciclico del mercato.
A conferma dell’internazionalizzazione del business, le vendite oltrefrontiera raggiungono l’88,3% del totale rispetto all’87% del 2018. Nel triennio si evidenzia il progressivo sviluppo del mercato asiatico (Cina e India in particolare), che nel 2019 con una crescita del 60% si porta a 70,7 milioni (17% del totale). Positivo anche l’andamento in America Latina (+29% a 19 milioni) e Nord America (+3% a 94 milioni) pari rispettivamente al 5% e 23% del totale.
Diversamente la contrazione del 3% a 220 milioni dell’area EMEA (54% del totale), è legata all’andamento del settore agricolo.
Stato patrimoniale
Sul fronte patrimoniale l’indebitamento finanziario netto si esprime in 29 milioni (36,7 milioni a fine 2018) recependo gli effetti dell’applicazione dell’IFRS 16, al netto dei quali cifra in 2,9 milioni, in calo di 33,9 milioni su fine 2018 grazie al flusso di cassa operativo (16,6 milioni), l’apporto patrimoniale netto derivante dal processo di quotazione e dall’esercizio della prima tranche di warrant, per complessivi 29,5 milioni, e in considerazione del pagamento dei dividendi liquidati nel periodo per 12,2 milioni.
Ratio
Nel triennio è progressivamente migliorato sia l’indicatore della capacità di rimborso del debito sia del grado di indebitamento, rispettivamente pari a 0,64x e 0,23x nel 2019. Di buon livello anche l’indicatore del ritorno per gli azionisti pari al 14,3% nel 2019 (17,7% nel 2018).
Ancora più contenuti i gli indicatori 2019 se si considerano i valori patrimoniali ed economici adjusted. PFN adj/Ebitda adj e PFN adj/Patrimonio netto sfiorano infatti lo zero.
Il Roe calcolato sull’utile netto adj si attesta invece al 16,7%, influenzato dal citato apporto patrimoniale.
Outlook
Per quanto riguarda l’evoluzione della gestione, la società da dichiarato che “sino al 22 marzo non ha subito effetti negativi a livello produttivo mondiale e in particolare in Cina e Italia, dove la pandemia ha registrato ad oggi la principale diffusione. L’evolversi del fenomeno e l’attuale situazione di allarme globale hanno delineato rischi di “downside” nello scenario economico mondiale che ad oggi non consentono di esprimere valutazioni sull’evoluzione futura”.
Il gruppo pertanto “ha implementato e implementerà tutte le misure necessarie ed opportune atte a mitigare e contenere gli impatti negativi derivanti dall’attuale scenario”.
Borsa
I titolo oggi viaggi in area 10,40 euro e nelle ultime 52 settimane ha perso il 19,5%, rispetto al -22,4% del FTSE Aim.
Nel giorno dell’esordio in Borsa (13 marzo 2019) dopo la business combination con la Spac Gear 1, il titolo ha registrato un rialzo del 12,5% a 11,7 euro e toccato il prezzo massimo a 13,5 euro a fine aprile 2019, ritracciando poi nei mesi successivi per posizionarsi in area 12 euro -12,4 euro.
Un andamento mantenuto fino allo shock borsistico scaturito della crisi derivante dalla pandemia Covid-19 , quando il titolo ha segnato il minimo a 8,93 euro (metà marzo 2020), per poi recuperare parte del terreno perso.