Il Cnq, Coordinamento dei quadri di Telecom Italia, ha reso noto per voce del presidente Mauro Martinez che si esprimerà contro la distribuzione dei dividendi nell’assemblea del 23 aprile.
L’associazione titolare di 5mila azioni ha proposto a tutti gli azionisti di rinunciare alla cedola da 1 centesimo per azione ordinaria, la prima degli ultimi 7 anni, per dare un “forte e inequivocabile segnale di presenza al Paese e soprattutto al mercato”, destinando “a investimento, magari nei servizi innovativi”.
La palla passa ora a Vivendi, che detiene il 23,94% del capitale, e al fondo Elliott che ha recentemente ridotto la propria quota poco sotto il 7%, mentre sembra improbabile che i fondi, che gestiscono risparmi altrui, votino contro il dividendo.
La distribuzione dello stesso precluderebbe l’accesso ai prestiti di liquidità garantiti dallo Stato, mentre la distribuzione del dividendo sulle azioni di risparmio (2,75 centesimi per azione) è obbligatoria in quanto la Capogruppo ha chiuso il 2019 in utile.
Infine, si segnala che dalle comunicazioni di Consob sulle partecipazioni rilevanti è emersa una quota pari al 2,987% detenuta dalla società lussemburghese Partners Telecom.