Il gruppo ha chiuso il primo trimestre 2020 con ricavi in calo del 10,2% a 350,2 milioni (-8,8% a cambi costanti), in un mercato automobilistico che ha segnato una diminuzione del 24,4% della produzione globale a causa degli impatti della pandemia di Covid-19.
In questo contesto Sogefi ha sospeso la produzione dapprima in Cina e poi, nella seconda parte del mese di marzo, in tutti gli stabilimenti ad esclusione di quello in USA, parzialmente attivo. Allo stato attuale la produzione in Cina è stata riavviata, facendo seguito alla riapertura di quasi tutti i principali clienti.
A livello di aree geografiche il gruppo in Europa ha segnato un -9% a 222,4 milioni, in Nord America un -1,9% a 72,7 milioni (-4% a cambi costanti), in Sud America un -22,8% a 29 milioni (-3,1% a cambi costanti) e in Asia un -22,7% a 27,9 milioni (-22,8% a cambi costanti).
Per quanto riguarda le singole business unit, la divisione Aria e Raffreddamento ha registrato un -20,9% a 116,3 milioni, le Filtrazioni un +6,8% a 138,4 milioni e le Sospensioni un -13,4% a 126,8 milioni.
L’Ebitda è diminuito del 15,5% a 34,9 milioni con una marginalità al 10% (-60 punti base), per effetto del calo dei volumi registrato a marzo in seguito alla sospensione delle attività produttive.
L’Ebit ha registrato un -67,3% a 3,7 milioni, con un’incidenza sul fatturato in calo all’1,1% (-180 punti base).
Il trimestre si è chiuso con una perdita netta di 5,6 milioni, rispetto all’utile di 1,6 milioni del pari periodo 2019.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto si è ridotto a 313 milioni (includendo l’impatto dell’IFRS 16 di 56,7 milioni) rispetto ai 319 milioni al 31 dicembre 2019.
Per quanto riguarda l’evoluzione della gestione, in un contesto di visibilità ridotta il gruppo prevede che il periodo di lockdown e i primi mesi di ripresa determineranno la registrazione di perdite economiche, che si rifletteranno anche su un incremento dell’indebitamento netto.
Fonti settoriali indicano che la produzione mondiale di automobili nel 2020 possa subire un calo tra il 20 e il 25%, in funzione di diversi scenari sugli effetti del Covid-19, mentre il management ritiene che l’attuale contesto renda incerta la formulazione di qualunque stima.