“La produzione di cassa nell’esercizio 2019 è stata sufficientemente ampia da rendere sostenibile il ritorno alla distribuzione di utili alle azioni ordinarie”, come non accadeva dal 2013. È questa la risposta di Tim alle domande preassembleari avanzate da Asati (Associazione degli Azionisti di Telecom Italia) in merito ai dividendi per il prossimo anno e alla conversione delle azioni risparmio.
“La proposta è dunque la distribuzione di dividendo in ragione di 1 centesimo di euro per azione ordinaria (oltre che di 2,75 centesimi di euro per azione di risparmio), per un monte dividendi del 18% sull’Equity Free Cash Flow e del 26% sull’utile netto. L’ambizione di distribuire il 20-25% del FCF è subordinata al raggiungimento degli obiettivi di riduzione del debito”.
Nel frattempo, continua Tim, “rispetto al 2020 e al 2021 è stata rappresentata l’intenzione di pagare almeno 1 centesimo per azione ordinaria. Non sono previste variazioni per il dividendo pagato alle azioni di risparmio, nella misura del privilegio stabilita dallo statuto della Società. La conversione delle azioni di risparmio in ordinarie non rientra fra gli argomenti all’ordine del giorno dell’Assemblea”, viene precisato.
Fra le altre risposte si legge che, per quanto riguarda la struttura della ‘rete unica’, il modello da adottare “è una rete sotto il controllo di un operatore verticalmente integrato quale Tim, piuttosto che un modello ‘wholesale only’ che si è rivelato fallimentare ovunque sia stato applicato”.
Con riferimento all’acquisto da parte di TIM Brasil di una parte del business mobile di OI, per la quale è stata presentata una manifestazione di interesse congiunta insieme a Telefonica, non viene ipotizzato un timing ma c’è fiducia per quanto riguarda gli economics grazie alle forti sinergie che potranno generarsi già dal primo anno.