Una migliore valorizzazione della banca e no a uno spezzatino. Sono queste le due linee guida che emergono dalle varie dichiarazioni dei pattisti di Ubi Banca che ispirano la difesa dall’Ops di Intesa Sanpaolo giudicata irricevibile.
Per questo, secondo indiscrezioni di stampa, il cda della banca, insieme agli advisor, si è mosso per cercare delle opzioni alternative. Tra queste ci sarebbe una possibile business combination con Crédit Agricole Italia.
Un’ipotesi che, secondo chi ha elaborato il piano, avrebbe molto senso dal punto di vista del business ma su cui non si sa quale possa essere l’interesse della banca francese, che ha smentito i rumor.
A questo riguardo la stampa riferisce una conference call tra l’amministratore delegato di Ubi, Victor Massiah, e i rappresentanti del Sindacato Azionisti Ubi Banca, che hanno approvato la ricerca di una soluzione che consenta una maggiore valorizzazione delle quote dell’istituto.
Su questo la banca ha fatto sapere: “L’Ad si è mosso pienamente legittimato dal cda, dal quale ha ricevuto incarico ufficiale e pubblico per valutare ogni offerta migliorativa”.
E sulla questione della valorizzazione è tornato anche Giandomenico Genta, da poco rinnovato nella carica di presidente della Fondazione Crc (Cassa di Risparmio di Cuneo), principale azionista di Ubi con una quota del 5,9% e promotore del patto Car che riunisce il 19% dei titoli della banca.
“Quando i valori sono così distanti dalla realtà è normale che il dossier venga esaminato e valutato da molti. Certo è che questa limitazione agli spostamenti non agevola gli approfondimenti con i possibili interlocutori”, ha affermato Genta interpellato da MF.
Genta ha poi precisato che si riferisce sia ai valori espressi attualmente dal mercato di Borsa sia a quelli dell’offerta lanciata da Intesa Sanpaolo.
“Sono gradite quelle operazioni” ha infine aggiunto Genta, “che contemplino il mantenimento di Ubi Banca nella sua interezza e non prevedano spezzatini”.