Azimut – Via libera dell’assemblea al bilancio 2019 e al dividendo di 1 euro

L’assemblea di Azimut ha approvato il bilancio di esercizio 2019, chiusosi con un utile netto di 209,1 milioni (186,3 milioni nel 2018). A livello consolidato il gruppo ha registrato un utile netto di 370 milioni (122,1 milioni nel 2018).

I soci hanno inoltre approvato la distribuzione di un dividendo ordinario totale di 1 euro per azione al lordo delle ritenute di legge (pari ad un dividend yield del 7% ai prezzi attuali), con pagamento interamente per cassa a partire dal 20 maggio 2020, data stacco cedola 18 maggio 2020 e record date 19 maggio 2020.

Gli azionisti hanno anche dato il via libera all’acquisto, anche in più tranche, fino ad un massimo di azioni proprie pari al al 9,77% dell’attuale capitale, tenendo conto delle azioni proprie già in portafoglio al momento dell’acquisto. Alla data odierna, la società detiene azioni proprie pari a circa il 3,5% del capitale sociale.

L’assemblea ha inoltre approvato il meccanismo di whitewash, che esime l’azionista di
relativa maggioranza dall’obbligo di Opa totalitaria nel caso il superamento delle soglie rilevanti (25%) consegua ad acquisti di azioni proprie (successivi alla data odierna).

Pietro Giuliani, presidente di Azimut Holding, ha dichiarato: “I numeri del 2019 rappresentano il miglior risultato della nostra storia, con 370 milioni di utile netto, e suggellano il raggiungimento di tutti gli obiettivi del piano industriale 2015-2019, così come avvenuto per i due precedenti.

Il 2019 è stato anche l’anno del rafforzamento delle attività all’estero, con un contribuito pari alla metà della raccolta totale, e del lancio delle strategie di investimento alternative sul non quotato che ci permettono di offrire agli investitori opportunità di rendimenti positivi e al contempo di sostenere le piccole e medie imprese.

Inoltre, l’assemblea di oggi ci ha permesso di essere tra i primi in Italia ad aver mutuato il meccanismo del whitewash, diffuso nei mercati più evoluti come quello americano, che consentirà di attuare il programma di buy-back senza far scattare l’obbligo di Opa
totalitaria da parte di Timone nel caso di superamento della soglia rilevante posta al 25 per cento. La nostra volontà è decisa a puntare a 300 milioni di utile netto a fine 2020”.