Utility (+0,4%) – Rimbalzano Hera (+2,8%) e Snam (+2,4%)

Ieri l’indice Ftse Italia Servizi Pubblici ha riportato un +0,4%, sottoperformando il corrispondente indice europeo (+1,6%), facendo tuttavia meglio del Ftse Mib (+1,9%).

Rimbalzo per le borse europee, che chiudono in territorio positivo dopo le vendite della giornata precedente e andamento positivo per Wall Street mentre recupera terreno il petrolio. Gli operatori continuano a valutare i segnali di rallentamento della pandemia e i piani dei diversi Paesi per riprendere gradualmente le attività, oltre alle nuove misure di stimolo per l’economia.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund scende a 249 punti con il rendimento del decennale italiano in calo al 2,07%.

Torna a prevalere il segno più tra le società del comparto, a partire dalle big. In testa Italgas (+5,1%), seguita da Hera (+2,8%) e Snam (+2,4%).

La società guidata da Marco Alverà, insieme a Fondazione Snam, ha avviato una raccolta fondi su base volontaria tra i dipendenti per iniziative di solidarietà nei confronti di enti del terzo settore o altri soggetti impegnati a sostenere le fasce più deboli della popolazione, duramente colpite dall’emergenza Covid-19.

La controllata spagnola di Enel (-0,3%), Endesa, ha comunicato i dati operativi previsionali relativi al 1Q 2020. La produzione di energia elettrica è diminuita del 11,1%, risentendo della contrazione della produzione degli impianti a carbone, nonostante la spinta dell’idroelettrico (+51,7%).

Tra le mid, Acea (+1,8%) ha perfezionato un accordo per l’acquisizione del 60% rispettivamente di Ferrocart e Cavallari (che detiene il 100% di Multigreen), attive nello stoccaggio, trattamento e selezione di rifiuti.

Tra i titoli a minore capitalizzazione, Edison (-1,6%) ha reso note le dimissioni del consigliere indipendente Nathalie Tocci. Chiude in coda Alerion Clean Power (-1,8%).

Segnaliamo infine che il nuovo studio commissionato dal consorzio europeo Gas for Climate, di cui fanno parte anche Snam, rivela che l’immissione di una quota del 10% di gas rinnovabili (biometano e idrogeno) nella rete europea, insieme all’aumento dell’elettricità rinnovabile, consentirà al continente di raggiungere la neutralità climatica nel 2050 abbattendo del 55% le emissioni di CO2 già entro il 2030.