“Il rientro di capitali dall’estero o la sottoscrizione di titoli di Stato che sostengano progetti privati darebbe un sostegno al Paese”.
Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, torna su un argomento di cui aveva già parlato riguardo l’impegno da parte degli Italiani che detengono grandi capitali all’estero a mettere a disposizione i propri risparmi per la ripartenza dell’Italia.
Questa volta Messina ha ribadito il concetto per rispondere indirettamente a Carlo Bonomi, presidente designato di Confindustria, che aveva lamentato lentezze e troppa burocrazia da parte delle banche nel concedere i finanziamenti garantiti dallo Stato alle imprese.
“Condivido, ovviamente, l’affermazione di Carlo Bonomi: le tasse vanno pagate da tutti”, afferma Messina, “Resta il fatto che il rientro in Italia di capitali detenuti all’estero, anche lecitamente, e il loro investimento nelle aziende per ridurre il ricorso alle garanzie statali, o la sottoscrizione di titoli di stato che sostengano progetti sociali che contrastino l’aumento della povertà grave, darebbe un importante contributo al Paese”.
“Quanto ai titoli di Stato detenuti dalle banche”, prosegue il ceo di Banca Intesa Sanpaolo, toccando un altro tema trattato da Bonomi, “per quanto riguarda il Gruppo Intesa Sanpaolo siamo il principale investitore privato, con titoli in portafoglio per complessivi 85 miliardi di euro: confermiamo il nostro impegno nei confronti del debito pubblico del Paese”.