Ubs ha archiviato il primo trimestre 2020 con un utile netto pari a 1,59 miliardi di dollari (+40% rispetto al periodo di confronto).
L’andamento ha beneficiato dell’aumento dell’attività di trading durante le fasi di volatilità del mercato innescate dalla pandemia di coronavirus e e della crescita dei prestiti verso i clienti più facoltosi.
Le spese per perdite su crediti sono saliti da 20 milioni di dollari a 268 milioni di dollari, affermando di essere esposta principalmente a crediti legati ai clienti del wealth management e all’interno della Svizzera e sottolineando di avere un portafoglio crediti “di alta qualità”.
I ricavi si sono fissati a 7,93 miliardi di dollari (+10% rispetto al primo trimestre 2019), grazie alla crescita del giro d’affari del global wealth management, dell’asset management e dell’investment banking.
“Guardando al futuro, la gamma di possibili esiti rimane molto ampia ed è troppo presto per fare previsioni attendibili sulla tempistica e sulla forma di ogni potenziale ripresa economica. La continua e disciplinata esecuzione del nostro piano strategico aiuterà a mitigare questo”, ha spiegato la banca elvetica.