Banche – Secondo la Commissione UE i manager dovrebbero rinunciare ai bonus

Secondo la Commissione Europea i manager delle banche dovrebbero rinunciare ai bonus per rafforzare la loro capacità di sostenere imprese e famiglie colpite dall’emergenza coronavirus nel momento in cui gli istituti hanno ottenuto deroghe alle regole per affrontare la pandemia.

La Commissione UE ha messo a punto un pacchetto di “rapide soluzioni” temporanee che offrono “capital relief” a sostegno di prestiti extra che potrebbero valere fino a 450 miliardi per le aziende in difficoltà in vista di una dura recessione all’orizzonte.

“Stiamo utilizzando la piena flessibilità delle norme bancarie dell’UE e proponendo mirate modifiche legislative per consentire alle banche di mantenere aperti i rubinetti di liquidità, in modo che le famiglie e le aziende possano ottenere i finanziamenti di cui hanno bisogno”, ha dichiarato il commissario europeo per i servizi finanziari, Valdis Dombrovskis, in un comunicato.

L’esecutivo UE appoggia le dichiarazioni dei regolatori secondo cui le banche dovrebbero astenersi dal pagare dividendi o effettuare riacquisti di azioni in un momento in cui stanno ottenendo capital relief.

“Per le banche, moderare l’ammontare dei bonus erogati agli alti dirigenti e ai percettori di alti redditi in questi tempi difficili è anche un modo per esprimere solidarietà alle persone colpite dall’epidemia di Covid-19”, ha affermato la Commissione.

Il pacchetto varato ieri offre flessibilità nel modo in cui vengono calcolati gli accantonamenti e nel rinvio del loro eventuale impatto sul buffer di capitale di una banca per evitare che i prestiti si trasformino in un rivolo a fronte di crediti in sofferenza in aumento per via della pandemia.

I ritardi nei rimborsi non dovrebbero comportare automaticamente un trattamento contabile più severo dei rispettivi prestiti, ha affermato la Commissione.

Un funzionario Ue stima che le banche della zona euro potrebbero dover registrare ulteriori 100 miliardi di accantonamenti sui crediti nel 2020, ma il capital relief permetterà loro di essere in grado di sostenere prestiti extra per un valore fino a 450 miliardi.

“Queste modifiche del quadro prudenziale faciliterebbero gli sforzi collettivi volti a mitigare l’impatto della pandemia avviando in tal modo una rapida ripresa”, ha aggiunto la Commissione.

La Commissione Europea ha poi presentato un emendamento legislativo a un regolamento del 2013 (CRR) che consentirò agli istituti nel 2020 e nel 2021 di utilizzare gli accantonamenti a fronte di crediti rischiosi ma non insolventi per aumentare il capitale prudenziale.

Inoltre, l’organo comunitario ha proposto di anticipare l’entrata in vigore di nuovi SMEs supporting factors, ossia la ridotta quota delle esigenze di capitale che una banca deve rispettare ogni volta che finanzia una Pmi, che doveva essere efficace dal 28 giugno 2021. La stessa cosa avverrà per la quota ridotta relativa agli investimenti infrastrutturali.

La Commissione ha recepito anche la richiesta del Comitato di Basilea di posticipare dal 2022 al 2023 l’adozione di un nuovo standard per le banche più grandi. Questo consentirebbe di accrescere il capitale che le banche devono detenere in percentuale del patrimonio totale.

Le modifiche proposte dovrebbero liberare risorse per 30 miliardi, secondo quanto riporta la stampa, con una leva di 15.