Il gruppo ha chiuso il primo trimestre 2020 con ricavi in calo su base annua del 5,9% a 1,762 miliardi di dollari (1,766 miliardi il consensus), sostanzialmente in linea al trimestre precedente dopo il consolidamento di Ipsco nel gennaio 2020.
La contrazione del fatturato riflette il basso volume di vendite al completamento dell’acquisizione e il continuo declino in mercati chiave nel Nord e Sud America, oltre le azioni di riduzione del magazzino in corso da parte di Aramco.
L’Ebitda è diminuito del 28% a 280 milioni (293 milioni il consensus) con una marginalità in calo al 15,9% sia su base annua (-490 punti base) sia rispetto al quarto trimestre 2019 (-80 punti base), risentendo anche delle perdite di Ipsco e di accantonamenti per severance pari a 23 milioni, principalmente in Nord America
L’Ebit è risultato negativo per 510 milioni (+145 milioni il consensus) dai +259 milioni del primo trimestre 2019, includendo oneri di svalutazione per 622 milioni sull’avviamento e altre attività negli Stati Uniti, principalmente legate all’ex business Ipsco e al comparto dei tubi saldati.
Tali costi riflettono il drastico cambiamento delle condizioni del mercato con il crollo della domanda e dei prezzi del petrolio, e il conseguente impatto sull’attività di perforazione e sulla domanda di tubi di acciaio, dopo le misure in corso adottate per arginare il Covid-19.
Il trimestre si è chiuso con una perdita netta dei soci di 660 milioni (+127 milioni il consensus) rispetto all’utile di 243 milioni del primo trimestre 2019, scontando anche l’impatto delle svalutazioni valutarie sull’imposta sul reddito e sui risultati in valuta estera e da un minore contributo degli investimenti equity.
Dal lato patrimoniale, la liquidità netta è diminuita a 271 milioni dai 980 milioni al 31 dicembre 2019. La generazione di cassa operativa è stata pari a 516 milioni dopo una riduzione del capitale circolante di 317 milioni, controbilanciata da Capex per 68 milioni e dall’esborso di 1,1 miliardi per l’acquisizione di Ipsco.
Per quanto riguarda l’evoluzione della gestione, Tenaris ritiene che in questo momento non sia ancora possibile determinare quanto tempo impiegheranno l’attività economica e la domanda di petrolio e gas a stabilizzarsi.
Le azioni a cui il gruppo sta lavorando per mitigare l’impatto del deterioramento dello scenario includono la chiusura temporanea di impianti e linee di produzione negli Stati Uniti, il ridimensionamento della struttura dei costi fissi con risparmi aggregati di circa 220 milioni entro la fine dell’anno, la diminuzione delle spese in conto capitale e di spese di ricerca e sviluppo di circa 150 milioni rispetto al 2019 e di limitare il pagamento del dividendo 2019 a 153 milioni già effettuato come acconto lo scorso novembre.
Per il secondo trimestre del 2020, Tenaris prevede un calo delle vendite del 35% rispetto ai primi tre mesi dell’esercizio e un Ebitda margin in discesa in area high single digit.