Anima Holding è pronta per un’acquisizione strategica in Europa e potrebbe mettere sul piatto oltre 400 milioni. Fino a tale cifra di tasca propria e poi potrebbe fare ricorso alla leva finanziaria.
A spiegare la strategia è il neo amministratore delegato Alessandro Melzi d’Eril. “Stiamo cercando da tempo altre realtà del risparmio investito da consolidare. In Italia non è facile per questo abbiamo allargato l’orizzonte all’Europa” afferma Melzi d’Eril, che approfondisce la sua analisi.
In Italia il partner ideale, per il manager, sarebbe già stato individuato nella società di asset management Arca, che al momento ha declinato ogni interesse.
“Noi siamo disponibili a discutere le idee strategiche con razionalità e correttezza. Ma poi, si sa, i matrimoni si fanno in due e non mi pare ci sia l’interesse dei soci di Arca a una fusione. Poi molto dipenderà” ha commentato l’ad di Anima “dall’M&A tra le banche”. L’azionariato di Arca vede Bper con una quota attorno al 57% del capitale seguita dalla Banca Popolare di Sondrio con il 36,8% e da altre popolari.
L’Europa, oltre a presentare più opportunità, potrebbe rappresentare per Anima un volano anche dal punto di vista della percezione del mercato. A detta di Melzi d’Eril, infatti, il titolo del gruppo è attualmente sottovalutato in borsa poiché penalizzato dal fatto di essere totalmente italiano e da non avere una rete distributiva propria ma dipendente dalle banche italiane partner.
“Il titolo non è correttamente valutato in borsa e uno dei problemi principali” afferma Melzi d’Eril, “è l’italianità e il forte legame con le banche italiane”.
Nel mirino vi sono le società di asset management europee, in particolare dell’Europa del Nord, per esempio paesi come Gran Bretagna, Francia, Olanda e Belgio, oppure anche la Spagna, che ha una “taglia interessante”.
La crisi portata dalla diffusione del virus Covid-19 potrebbe creare alcune occasioni. Purtroppo vi saranno realtà che saranno messe in difficoltà dalla pandemia e quindi potranno aprirsi opportunità.
“Si è creata una situazione complicata che molto probabilmente lascerà morti e feriti sul terreno. Ci saranno società che avranno maggiori difficoltà” osserva il manager.
Melzi d’Eril ha invece affermato di non avere ricevuto alcuna avance da Amundi, sulla quale erano circolati alcuni rumor, che non ha escluso l’interesse da parte di player maggiori. “Non mi stupirebbe, considerando i prezzi da saldo raggiunti dalle azioni soprattutto nelle scorse settimane”, ha concluso.