Banco Bpm – Castagna: “Rivedremo il piano, no M&A e forse dividendo”

Banco Bpm ha archiviato una trimestrale migliore delle attese, che ha portato il titolo sotto i riflettori in Borsa, con le azioni che guadagnano attorno alle 13:00 il 2,3% a 1,11 euro. Ora l’interesse si sposta in avanti per le prospettive dell’istituto.

Nel corso della conference call sono emersi tre messaggi da parte di Giuseppe Castagna, amministratore delegato di Banco Bpm. Il primo è che gli obiettivi del piano industriale presentato lo scorso marzo sono già da rivedere alla luce della nuova situazione creatasi con la diffusione del Covid-19. Il secondo è l’esclusione di operazioni di aggregazione e consolidamento in un orizzonte di medio periodo.

“Non credo ci siano altre potenziali operazioni di M&A in vista per noi e francamente”, ha affermato Castagna, “al momento non siamo interessati. Stiamo facendo del nostro meglio per gestire la banca in base alle nostre strategie su base stand alone”.

Il terzo messaggio riguarda la possibilità che venga previsto il pagamento del dividendo, dopo il 1° ottobre in linea con la situazione al momento e con le disposizioni della Bce.

“La solida posizione patrimoniale del gruppo Banco Bpm, unita alla capacita di generare organicamente capitale, potrebbe consentire una remunerazione sostenibile degli azionisti, salvo ulteriori peggioramenti dello scenario che, considerate l’eccezionalità e l’incertezza del contesto attuale, non possono essere esclusi”, si legge nella nota sulla trimestrale.

Quanto alle prospettive economiche della banca: “Gli obiettivi del piano strategico 2020-2023, annunciati all’inizio di marzo, non sono più da considerarsi attuali, in quanto elaborati sulla base di ipotesi formulate prima della diffusione su scala planetaria della pandemia da Covid-19, in uno scenario macroeconomico”, si legge in una nota del gruppo, “molto diverso da quello che va determinandosi di giorno in giorno. Il gruppo pertanto predisporrà un nuovo piano industriale una volta che il quadro prospettico sarà meglio definito, così da poterlo basare su nuovi e più aggiornati presupposti sia macroeconomici che di settore”.

La banca descrive quello che si profila con la pandemia come “uno scenario caratterizzato dalla peggiore recessione globale dal dopoguerra” nel quale “l’economia italiana, data la propria struttura, la presenza di un debito pubblico già elevato ed il peso relativo di settori, quale il turismo, particolarmente colpiti dalla crisi sanitaria in atto, rischia di essere tra quelle più fragili a livello europeo. L’orizzonte temporale di recupero negli anni a venire di quanto perso nel 2020 risulta attualmente incerto. Stante tale contesto”.

Per quanto riguarda il 2020 la banca prevede che “la pressione sul margine di interesse, principalmente attribuibile alle condizioni di mercato, è attesa trovare compensazione nella dinamica dei volumi, che beneficeranno degli effetti dei provvedimenti tesi a contrastare gli effetti depressivi della pandemia, e nelle condizioni di finanziamento particolarmente favorevoli garantite dalla BCE. Le turbolenze sui mercati finanziari e la recessione peseranno invece sul contributo delle società partecipate e sull’andamento delle commissioni, sia su quelle legate ai prodotti di investimento che su quelle con driver legati all’attività economica”.

Dinamiche che l’istituto intende affrontare con il “contenimento dei costi operativi e mediante il miglioramento dell’efficienza”.

Relativamente al costo del rischio, la banca sottolinea come “il trend dei flussi in ingresso nelle categorie di credito deteriorato, a tutto aprile, non abbia evidenziato accelerazioni”.