La famiglia Lucchini esce dal Patto di Sindacato azionisti di Brescia di Ubi e apre all’offerta di Intesa Sanpaolo. La scelta effettuata da Giuseppe Lucchini rompe quindi il muro dei principali azionisti della banca guidata da Victor Massiah che finora aveva unanimemente e in modo compatto respinto le offerte di Intesa per un’aggregazione tra i due gruppi.
L’imprenditore, figlio del fondatore del gruppo siderurgico Lucchini e attualmente azionista della Lucchini RS di Lovere, fa parte dei soci storici di Ubi di cui detiene insieme alla famiglia lo 0,65%.
“Qualche giorno fa” ha dichiarato Giuseppe Lucchini a Il Sole 24 Ore, “ho firmato la formale disdetta. Semplicemente non sono d’accordo su come il presidente del Sindacato sta gestendo questa delicata fase. Non si tratta ovviamente di un problema legato al mio ruolo di socio dell’istituto”.
Le ragioni del disaccordo sono proprio legate all’approccio verso l’offerta di Intesa Sanpaolo che al momento è stata di chiusura da parte degli azionisti storici di Ubi.
Per Lucchini, invece, l’offerta della banca guidata da Carlo Messina è “un ottimo punto di partenza. Andrebbe forse valutata e discussa con gli imprenditori più interessati per farla diventare da ottimo starting point alla migliore in assoluto, tenuto conto anche del momento delicatissimo che tutti noi oggi stiamo vivendo”.
Lucchini lascia capire che potrebbe non essere il solo imprenditore a pensarla così. Ma che la sua scelta potrebbe essere seguita da altri. In parte le decisioni potrebbero dipendere anche dalla apertura che motrerà Intesa Sanpaolo nell’ammorbidire la propria posizione che finora è stata: l’offerta è immodificabile.
“Praticamente io ma anche tutti i miei colleghi imprenditori deteniamo queste partecipazioni con precise finalità e obiettivi. Nessuno di noi” aggiunge Lucchini nell’intervista, “ha desiderio o necessità di avere a disposizione poltrone o incarichi in banca, ma di avere una proposta che sia il più vicino possibile alle nostre aspettative di medio termine”.