De’Longhi ha chiuso il primo trimestre 2020 con risultati in crescita nonostante lo scoppio dell’epidemia di Covid-19, evidenziando la resilienza del business e la capacità del gruppo di generare valore.
Nel primo trimestre, il gruppo ha sostenuto oneri straordinari per 5,1 milioni, di cui 3,1 milioni di donazioni a favore delle strutture sanitarie impegnate nella lotta all’emergenza sanitaria e altri 1,5 milioni relativi ad altri costi connessi alla pandemia.
I ricavi sono aumentati del 4,5% a 393,3 milioni (+3,6% a livello organico). La crescita normalizzata, ossia depurando dagli oneri non ricorrenti connessi al Covid-19 e agli effetti della riclassifica di sconti finanziari, è del 5,3% a 396,4 milioni.
Nel dettaglio, l’Europa sud-occidentale ha segnato un +7,6% a 282 milioni (+6,8% la variazione organica), l’Europa nord-orientale un +3,4% a 111 milioni (+2% la variazione organica), l’area MEIA un -26,3% a 20 milioni (-27,6% la variazione organica) e l’area APA un +4,8% a 91,2 milioni (+3,7% la variazione organica).
Per quanto riguarda la gestione operativa, l’Ebitda adjusted è aumentato del 15,3% a 42,1 milioni, con una marginalità al 10,7% (+100 punti base). In termini normalizzati, l’Ebitda adjusted è cresciuto del 24% a 45 milioni con una marginalità all’11,4% (+170 punti base). L’Ebit ha segnato un +6% a 17,6 milioni con un’incidenza sul fatturato al 4,5% (25,2 milioni pari al 6,4% dei ricavi in termini normalizzati).
Il trimestre si è chiuso con un utile netto in calo del 3,5% a 11 milioni complice l’incremento delle imposto, mentre a livello normalizzato è aumentato a 14, milioni.
Dal lato patrimoniale, la liquidità netta è pari a 335 milioni, in miglioramento rispetto ai 278 milioni al 31 dicembre 2019.
Per quanto riguarda l’evoluzione della gestione, sulla base dei primi segnali di trend delle prime settimane del secondo trimestre, si conferma l’impatto sui flussi di vendita delle misure di contenimento del contagio adottate da molti governi, che hanno limitato la mobilità sociale e chiuso gran parte dei punti vendita della distribuzione tradizionale.
Data la complessità dello scenario internazionale, il management ritiene che al momento non sia ancora possibile fornire una guidance di sufficiente attendibilità per il corrente anno.