Il gruppo ha archiviato il periodo gennaio-marzo 2020 con ricavi in crescita del 16,5% a 44 milioni grazie soprattutto alla variazione di perimetro (-3,2% a livello organico). L’Ebitda ha segnato un +16% a 7,7 milioni, mentre l’utile netto è diminuito del 27% a 1,5 milioni. Dopo il calo delle vendite ad aprile è previsto un recupero da maggio, con ricavi del primo semestre attesi in crescita mid to high single digit.
Sabaf ha chiuso il primo trimestre 2020 con ricavi in crescita del 16,5% a 43,9 milioni (-3,2% a parità di perimetro), con vendite in crescita di circa il 30% nei primi due mesi dell’anno salvo poi rallentare a marzo a causa della sospensione della produzione imposta dalla pandemia.
Per quanto riguarda la gestione operativa, l’Ebitda ha segnato un +16,2% a 7,7 milioni con un’incidenza sul fatturato sostanzialmente stabile al 17,5%, mentre l’Ebit ha segnato un +1,4% a 3,4 milioni con un ros in calo al 7,6% (-110 punti base) dopo maggiori ammortamenti.
Il periodo si è chiuso con una diminuzione dell’utile netto del 26,9% a 1,5 milioni, appesantito dall’incremento delle differenze cambio negative per 0,8 milioni (0,4 milioni nel primo trimestre 2019) a seguito del deprezzamento della lira turca.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto è aumentato a 60,5 milioni dai 55,1 milioni al 31 dicembre 2019, dopo investimenti per 3,3 milioni e l’incremento del capitale circolante a seguito delle maggiori vendite del periodo rispetto alla fine del 2019.
La società precisa comunque che la situazione finanziaria permane assolutamente solida e il Gruppo dispone di ampie linee di credito a breve termine non utilizzate.
Per quanto riguarda l’evoluzione della gestione, Sabaf ritiene che il proprio modello di business, orientato alla sostenibilità di lungo periodo e caratterizzato da un elevato livello di verticalizzazione della produzione e da insediamenti produttivi prossimi ai principali mercati di sbocco, sia adeguato ad affrontare le sfide future e i nuovi scenari prospettati dall’emergenza sanitaria.
In molti dei principali mercati i livelli della domanda e della produzione sono stati fortemente impattati dalle restrizioni imposte dalle autorità locali, causando il rinvio o la cancellazione di ordini da parte dei clienti.
In aprile le vendite sono diminuite del 18% (30% a parità di area di consolidamento), mentre già da maggio è atteso un parziale recupero. Sulla base delle informazioni attualmente disponibili il Gruppo ritiene di potere concludere il primo semestre con vendite comprese tra 78 e 82 milioni (in crescita del 4% – 9% rispetto al primo semestre 2019).
Per la rimanente parte dell’anno la visibilità è ancora estremamente limitata. In assenza di eventi che determinino ulteriori impatti durevoli sui consumi nei principali mercati di destinazione, il Gruppo si aspetta una graduale ripresa, con vendite nel secondo semestre superiori o, nello scenario peggiore, in linea con quelle del primo semestre.