Aquafil ha chiuso il primo trimestre del 2020 con ricavi pari a 140,7 milioni, in calo del 3,2% rispetto ai 145,3 milioni del pari periodo 2019 (-8,3% a parità di perimetro).
La riduzione è principalmente da ricondurre alle minori quantità vendute a causa del rallentamento dei mercati finali di riferimento oltre che, in misura minore, alla riduzione dei prezzi di vendita conseguente ad un minor costo della materia prima.
A livello di aree geografiche, sono diminuiti i ricavi nell’area EMEA (-6%) e nell’area Asia/Oceania (-11,8%), mentre sono aumentati in Nord America (+10,4%).
L’Ebitda è pari a 18,2 milioni (12,9% dei ricavi), in calo del 4,7% a causa della riduzione delle quantità vendute parzialmente compensata dagli effetti delle azioni di risparmio messe in atto.
L’Ebit adjusted rettificato per componenti non ricorrenti è pari a 7,4 milioni in calo del 33,3%, mentre l’Ebit si è fissato a 5,2 milioni in calo del 42,9%, complici i maggiori ammortamenti.
Il periodo si è chiuso con un utile netto pari a 4,1 milioni, con una riduzione del 47% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, mentre l’utile netto adjusted rettificato per componenti non ricorrenti ammonta a 5,1 milioni (-34,2%).
L’indebitamento finanziario netto al 31 marzo 2020 è pari a 250,2 milioni rispetto ai 249,6 milioni rilevati al 31 dicembre 2019.
Infine, il management segnala che tutti gli impianti del gruppo stanno ad oggi operando senza interruzioni e nella massima sicurezza e che il COVID-19 ha avuto un impatto limitato nel primo trimestre con uno più importante previsto nel secondo.