Gefran ha chiuso il primo trimestre del 2020 con ricavi pari a 31,4 milioni, in calo del 12,6% a causa degli effetti della diffusione del coronavirus con la chiusura della controllata cinese a febbraio, seguita nel mese di marzo dagli stabilimenti italiani del gruppo.
La contrazione dei ricavi ha interessato tutte le aree di business e tutte le aree geografiche nelle quali il gruppo opera, in particolare Italia (-15,4%), Unione Europea (-15,3%), Nord e Sud America (rispettivamente -23% e -13%).
A livello di area di business, il primo trimestre 2020 evidenzia un calo delle vendite di tutti i comparti di attività del gruppo. Il fatturato di azionamenti diminuisce del 12,6%, quello di componenti per l’automazione del 18,1% e quello del business sensori del 9,6%
L’Ebitda si contrae del 48,5% a 3,2 milioni, con il relativo margine al 10,3% (17,4% nel primo trimestre 2019).
L’Ebit si è fissato a 1,2 milioni, sceso del 58,7% e con un’incidenza sui ricavi del 3,9% (8,3% nel primo trimestre 2019).
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 79 mila euro, rispetto ai 2,5 milioni del periodo gennaio-marzo 2019.
L’indebitamento finanziario netto al 31 marzo 2020 è pari a 16,1 milioni, aumentato rispetto ai 13,3 milioni a fine anno 2019. Tale variazione è originata essenzialmente dall’assorbimento dovuto al capitale circolante in particolare per la variazione dei debiti commerciali.
Il management segnala che ad oggi le principali attività produttive sono riprese e che il gruppo ha avviato le procedure per la richiesta degli aiuti governativi e messo in atto azioni volte al contenimento dei costi e alla ridefinizione delle attività e delle priorità aziendali.