Utility – Norges Bank riduce esposizioni in società esposte al carbone

Il fondo sovrano norvegese da circa mille miliardi di euro ha iniziato a fare pulizia del proprio portafoglio, applicando i principi ESG, inclusi già da tempo nel regolamento del fondo, riducendo le proprie esposizioni in società particolarmente esposte al carbone, o che non abbiano completato il phase-out.

Sono state annunciate le avvenute cessioni, per un ammontare di circa 3 miliardi, delle partecipazioni in operatori del settore minerario ed energetico, tra cui le inglesi Glencore e Anglo American, e in utility, quali la tedesca Rwe, la sudafricana Sasol e l’australiana Agl Energy.

Sono invece finiti sotto osservazione la tedesca Uniper, la britannica Bhp Group, l’americana Vistra Energy e anche l’italiana Enel, di cui a marzo scorso Norges era socio al 2,257%, quota che vale circa 1,6 miliardi, che potrebbe essere dismessa nel caso di mancato rispetto degli impegni sul phase-out. Un rischio che tuttavia sembrerebbe remoto, in considerazione delle numerose dismissioni già effettuate e degli obiettivi previsti nel piano industriale al 2022.

Il tutto a seguito di nuove regole più restrittive sul carbone approvate l’anno scorso dal Parlamento norvegese e che vengono ora applicate per la prima volta da Norges. Infatti, al precedente limite del 30% delle entrate o delle operazioni legate al combustibile fossile, ora si aggiunge quello della produzione di oltre 20 milioni di tonnellate/anno di carbone termico o capacità di generazione a carbone superiore a 10 GW.