Mercati – Incerti su dati macro deboli e tensioni Usa-Cina, Milano termina a -0,1%

Chiusura contrastata per le borse europee, in una seduta appesantita da una serie di dati macroeconomici deboli e dalle preoccupazioni per le nuove tensioni fra Stati Uniti e Cina, a cui si aggiunge l’attenzione costante all’andamento della pandemia di coronavirus.

A Milano il Ftse Mib archivia gli scambi sostanzialmente invariato (-0,1%) a 16.852 punti, così come il Cac 40 di Parigi (+0,1%). Positivi il Dax di Francoforte (+1,2%) e il Ftse 100 di Londra (+1,0%), debole invece l’Ibex 35 di Madrid (-0,9%). Oltreoceano, arretrano Dow Jones (-0,7%), S&P500 (-0,7%) e Nasdaq (-0,7%).

Nel Vecchio Continente, focus sulla riunione in videoconferenza dell’Eurogruppo e sulla successiva conferenza stampa. Intanto, il board dei governatori del Meccanismo europeo di stabilità (i ministri del Tesoro dell’Eurozona) ha approvato formalmente il sostegno alla crisi pandemica che sarà disponibile per tutti gli Stati.

La giornata è stata scandita da una fitta batteria di dati macroeconomici, in primis quelli contrastanti provenienti dalla Cina, dove la produzione industriale è tornata a crescere ad aprile per la prima volta dallo scoppio dell’epidemia (+3,9%) ma le vendite al dettaglio (-7,5%) sono diminuite oltre le attese.

In Germania la seconda lettura del Pil per il periodo gennaio-marzo ha evidenziato una contrazione del 2,2% su base trimestrale, dato peggiore da oltre un decennio, mentre l’Eurozona ha fatto segnare un calo del 3,8%.

Negli Usa, le vendite al dettaglio di aprile sono crollate del 16,4% su base mensile, rispetto al -12% atteso dagli analisti, mentre la produzione industriale si è ridotta dell’11,2%.

Inoltre, l’insorgere di nuovi casi di Covid-19, anche in Paesi come la Cina e la Corea del Sud che avevano la situazione sotto controllo, preoccupa gli operatori e si scontra con il cauto ottimismo per la graduale riapertura delle attività dopo settimane di lockdown.

A ciò si sono aggiunte le accuse di Washington a Pechino, con il presidente americano Trump che ieri ha dichiarato, tra le altre cose, di non voler dialogare per il momento con l’omologo cinese Xi Jinping. Intanto l’amministrazione Usa ha predisposto un piano per bloccare la fornitura di semiconduttori al colosso cinese delle telecomunicazioni Huawei e Pechino sarebbe pronta a rispondere con sanzioni nei confronti di alcuni giganti tech a stelle e strisce come Qualcomm, Cisco e Apple.

Sul Forex il cambio euro/dollaro si apprezza lievemente in area 1,082 mentre il dollaro/yen resta poco mosso a quota 107,3.

Tra le materie prime continua il recupero del greggio con il Brent (+2,2%) a 31,8 dollari e il Wti (+5,2%) a 29 dollari, in scia ai segnali di miglioramento della domanda cinese.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund risale a 238 punti base con il rendimento del decennale italiano all’1,85%.

Tornando a Piazza Affari, tra le big cap gli acquisti premiano in particolare Recordati (+6,05%) e Diasorin (+4,1%), seguite da Exor (+3,1%) che rimbalza dopo le recenti perdite. In calo invece Stm (-2,9%), che risente della debolezza del settore alimentata dalle tensioni commerciali.