Fila ha chiuso il primo trimestre del 2020 con ricavi consolidati pari a 145,8 milioni, in aumento dell’1,4% rispetto al primo trimestre 2019.
Al netto dell’effetto cambio e dell’acquisizione di Arches l’aumento è stato dell’1,8%, guidato dalla crescita organica del mercato in Nord America (+11,2%) in particolare nel segmento Fine Art. Sceso invece il fatturato in Europa (-3,5%), Asia (-6,4%), e Centro Sud Amarica (-9,3%) a causa del Covid-19.
L’Ebitda normalizzato è diminuito dell’8,7% a 16,8 milioni (11,5% del fatturato) e risente principalmente degli effetti della pandemia sulla profittabilità delle vendite, sui costi organizzativi e di produzione rilevati in tutte le aree geografiche.
L’Ebit normalizzato è pari a 8,3 milioni (5,7% del fatturato), in calo del 24,1% su cui pesano i maggiori ammortamenti e gli stanziamenti effettuati per coprire il maggior rischio svalutazione crediti a seguito degli effetti del Covid-19.
Il periodo si è chiuso con una perdita netta normalizzata di 0,2 milioni rispetto all’utile di 3,6 milioni del primo trimestre 2019, su cui pesano i maggiori oneri finanziari dovuti agli effetti cambio negativi.
L’indebitamento finanziario netto al 31 marzo 2020 (inclusivo dell’effetto IFRS 16) è pari a 584,6 milioni, rispetto ai 498,2 milioni rilevati al 31 dicembre 2019. Tale variazione è legata principalmente all’acquisizione di Arches per 43,6 milioni e all’impatto della stagionalità del business.
Riguardo l’evoluzione della gestione il management segnala che sarà ancora influenzata dai fattori di instabilità dovuti alla pandemia. Il gruppo continuerà a monitorare l’evolversi della situazione al fine di minimizzarne gli impatti sociali ed economici.