Generali – Il risultato operativo sale a 1.448 mln (+7,6%) nel 1Q 2020

Generali ha chiuso il primo trimestre 2020 con premi lordi per 19.163 milioni (+0,3% a/a). Il risultato operativo è salito a 1.448 milioni (+7,6% su base annua), mentre l’utile netto di pertinenza del gruppo è sceso a 113 milioni (-84,8% rispetto al primo trimestre 2019), scontando soprattutto gli impatti legati alla pandemia da Covid-19.

“In uno dei periodi più difficili e incerti degli ultimi decenni, caratterizzato dall’emergenza Covid-19, con pesanti ricadute macroeconomiche e finanziarie, il nostro modello di business ha garantito la continuità operativa del gruppo.

I primi tre mesi dell’anno evidenziano una buona performance operativa e confermano la solidità patrimoniale del gruppo. Il risultato netto risente delle svalutazioni derivanti dall’attuale andamento dei mercati finanziari a seguito del diffondersi su scala globale della pandemia”.

È con queste parole che Cristiano Borean, Group Cfo di Generali, ha commentato i risultati del primo trimestre 2020.

La raccolta premi lordi si è fissata a 19.163 milioni (+0,3% rispetto al periodo di confronto), con un andamento contrapposto delle componenti core.

Il ramo vita ha registrato premi per 12.323 milioni (-1,6% rispetto al primo trimestre 2019), riflettendo la contrazione delle linee risparmio (-13,2%), in buona parte compensata dalla crescita dei prodotti unit-linked (+20,9%) e delle linee puro rischio e malattia (+0,7%).

Il ramo danni ha riportato premi pari a 6.841 milioni (+4% a/a), con l’aumento che è stato supportato sia dal ramo auto sia da quello non auto. Il Combined ratio è sceso all’89,5% (-2% p.p. rispetto al periodo di confronto).trainato dal miglioramento della sinistralità corrente non catastrofale.

Il risultato operativo è cresciuto a 1.448 milioni (+7,6% su base annua). Il ramo danni ha registrato un risultato operativo di 799 milioni (-0,6% a/a), mentre nel segmento vita è aumentato a 627 milioni (+14,6% rispetto al primo trimestre 2019). Si segnala il positivo contributo della nuova acquisizione di Seguradoras Unidas in Portogallo (34 milioni).

L’asset management ha apportato 93 milioni (+32% a/a), beneficiando del consolidamento delle nuove boutique. A perimetro omogeneo,l’incremento del risultato operativo del segmento sarebbe stato pari a +24 per cento.

Le masse si fissano a 601,7 miliardi (-4,5% rispetto a fine 2019), al cui interno quelle di terzi scendono a 152,9 miliardi (-5,5% rispetto al 31 dicembre 2018), riflettendo l’attuale situazione dei mercati finanziari nonché le uscite registrate su alcuni portafogli nel
primo trimestre dell’anno.

Il periodo si è chiuso con un utile netto di pertinenza del gruppo di 113 milioni (-84,8% a/a), a causa di significative svalutazioni operative e non operative per 655 milioni su investimenti (titoli contabilizzati come disponibili per la vendita) conseguenti alla situazione dei mercati finanziari impattati dal diffondersi a livello globale del Covid-19.

L’utile netto è stato impattato anche dalla spesa non operativa di 100 milioni legata alla costituzione del Fondo Straordinario Internazionale lanciato dal gruppo per fare fronte all’emergenza Covid-19 e dal venire meno delle attività operative cessate (123 milioni nel primo trimestre 2019).

L’utile netto normalizzato è pari a 113 milioni (616 milioni nei primi tre mesi del 2019). Escludendo l’onere one-off legato al Fondo Straordinario Internazionale per il Covid-19, l’utile netto normalizzato si è fissato a 188 milioni. L’utile netto dell’asset Management è cresciuto a 66 milioni (+26,5% a/a). A perimetro omogeneo, tale voce avrebbe segnato un incremento del 20,5 per cento

Dal lato patrimoniale, a fine marzo il patrimonio netto consolidato di pertinenza del gruppo scende a 25.327 milioni (28.360 milioni al 31 dicembre 2019), riflettendo principalmente il calo della riserva per utili attribuibili alle attività finanziarie disponibili per la vendita, derivante dall’andamento dei titoli obbligazionari e fondi di investimento.

Sul fronte della solidità patrimoniale, al 31 marzo 2020 il Regulatory Solvency ratio è pari al 196% (224% a fine 2019), risentendo soprattutto degli effetti negativi delle varianze di mercato legate al diffondersi del Covid-19.