Enel ha integrato nella Relazione Finanziaria Annuale Consolidata 2019 (di seguito RFAC) dati ed informazioni finanziarie e non finanziarie che evidenziano la stretta correlazione delle performance economiche e finanziarie del Gruppo con il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) fissati dall’ONU.
Ne ha parlato a Market Insight il Cfo dell’operatore elettrico, Alberto De Paoli.
“Per Enel l’integrazione tra business e sostenibilità è reale: nella strategia, nelle attività, nei risultati e quindi anche nel modo di raccontare tutto questo. Così i numeri e le parole, il mezzo di comunicazione più espressivo, diventano oggi protagoniste di un nuovo modo di presentare i bilanci” ha spiegato De Paoli.
Una scelta maturata, quella della nuova RFAC, che “si evolve nel contenuto e attraverso una versione online navigabile – che affianca il ‘cartaceo’ – anche nella forma, per diventare strumento di storytelling e un collante per guidare l’utente alla scoperta di Enel”.
Complice anche un esercizio, il 2019, che ha rappresentato un “momento di svolta per le dinamiche di trasformazione del settore energetico a livello mondiale”. In Enel, ha ricordato il Cfo, “la scelta strategica compiuta nel 2015 di adottare un modello di business sostenibile e integrato ha posto il Gruppo tra i primi leader della transizione energetica, consentendole di beneficiare ora e nel prossimo futuro delle opportunità offerte dall’incremento di valore derivante dall’accelerazione di questa transizione”.
La generazione rinnovabile, infatti, si è confermata “il principale driver di crescita con più di 3 GW di nuova capacità addizionale realizzata nel corso del 2019, accompagnata da un’accelerazione nella sostituzione di asset a generazione convenzionale, con una riduzione di 4,1 GW di capacità a carbone: la produzione di energia delle rinnovabili ha così sostanzialmente raggiunto quella termoelettrica”.
Dinamiche, peraltro, che hanno contribuito al conseguimento degli importanti risultati economici del 2019, concluso con un utile netto ordinario a 4.767 milioni (+17,4% rispetto a 4.060 milioni nel 2018).
Nei diversi contenuti – su cui vigila il Comitato per la Corporate Governance e la Sostenibilità – la RFAC integra, oltre ai fattori ESG, anche le informazioni sui cambiamenti climatici, presentate in base alle raccomandazioni della Task Force on Climate-Related Financial Disclosures (TCFD), promossa nel 2015 dal Financial Stability Board (FSB), su richiesta dei governatori delle Banche Centrali e dei Ministri delle Finanze dei Paesi del G20.
Ed Enel ha aderito alla Task Force, guidata dall’ex sindaco di New York Michael Bloomberg, il cui obiettivo – ha ricordato De Paoli – “è definire una comunicazione chiara degli impatti finanziari legati al rischio climatico per indirizzare gli investimenti a sostegno di una strategia di crescita sostenibile nel lungo periodo”.
Di recente sono entrate a far parte attivamente della TCFD anche le Banche Centrali e alcuni fondi di investimento, tra cui Blackrock, il più grande al mondo con 6 triliardi di dollari gestiti.
“La rappresentazione di rischi e opportunità derivanti dal cambiamento climatico, e il valore di una gestione consapevole sono elementi che non sarebbero evidenti con un’analisi classica dei numeri.” Ha chiarito il Cfo, sottolineando inoltre come “il Gruppo svolge un ruolo attivo in diverse associazioni e organizzazioni di settore con l’obiettivo di promuovere i temi relativi alla transizione energetica a livello sia nazionale sia globale”. Enel quindi “vuole creare un ecosistema di soggetti che contribuiscono e promuovono congiuntamente tali temi”.
Con il nuovo corporate reporting la società desidera “dare una completa comprensione del business del Gruppo mettendo a disposizione una maggiore quantità e qualità dei dati finanziari e non-finanziari”, oltre a numerosi KPI operativi e indicatori di sostenibilità. Ciò “consente alla relazione finanziaria di assumere un ruolo centrale nel sistema di corporate reporting, con cui il Gruppo si presenta al mercato e ai diversi stakeholder”.
La disclosure di cui si fa carico la RFAC si inserisce in un quadro di più lungo termine delineato dal Piano Strategico che viene approvato a valle di “un’analisi quantitativa dei rischi e delle opportunità legate al posizionamento strategico del Gruppo” presentata al Comitato Controllo e Rischi nominato dallo stesso Cda.
In particolare, ha spiegato De Paoli “vengono individuati i fattori di rischio quali tassi di cambio, inflazione, prezzi e volumi, regolatorio, crescita industriale, portafoglio clienti ed efficienza, fenomeni meteoclimatici e rischi legati alla competizione”. In generale però “il Gruppo può contare su alcune correlazioni implicite fra i fattori di rischio in grado di creare effetti diversificazione e che quindi mitigano sensibilmente le esposizioni totali”.
Ma tutto ciò deve fare i conti con un rischio esogeno di assoluto rilievo, e cioè che “la transizione energetica a cui stiamo assistendo possa aumentare e amplificare disequilibri sociali, penalizzando ingiustamente anche attori e settori che non potranno non essere impattati da questi importanti cambiamenti”.
“Non a caso – ha ricordato il Cfo -, come anche indicato dallo studio Just E-volution 2030, realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Enel, si deve far sì che la transizione in atto non sia “just a transition” ma sia una “just transition for all”.
Ecco quindi che la strategia di Enel è “esplicitamente sostenibile con un approccio mirato alla creazione di valore condiviso con le persone e le comunità con cui il Gruppo interagisce, mirando a produrre effetti positivi sull’ambiente, la società e l’economia nel lungo periodo”.
Ed Enel, con il Piano Strategico 2020-2022, “è impegnata in maniera convinta e diretta per il raggiungimento degli SDG”. Un impegno che ha portato il Gruppo a mettere al centro di tutte le proprie attività la lotta al cambiamento climatico (SDG13), che poggia sui pilastri della decarbonizzazione del mix energetico e dell’elettrificazione dei consumi, abilitati dallo sviluppo di infrastrutture e reti, ecosistemi e piattaforme.
E anche in questo difficile 2020, il Gruppo continuerà ad investire nelle energie rinnovabili, a supporto della crescita industriale e finalizzati a guidare la decarbonizzazione; nella digitalizzazione delle reti di distribuzione, con l’obiettivo di migliorare la qualità del servizio e aumentare la flessibilità e resilienza della rete; nell’elettrificazione dei consumi, con l’obiettivo di valorizzare la crescita della base clienti, e al continuo efficientamento, sostenuto dalla creazione di piattaforme globali di business.
“Portare energia pulita e competitiva – ha concluso De Paoli – significa costruire un modello vincente in cui tutti gli aspetti della sostenibilità sono stati raggiunti, creando valore condiviso a lungo termine per l’Azienda e i suoi stakeholder”.