Nata nel 2012 con la mission di affiancare imprese e pubbliche amministrazioni nella trasformazione digitale, Digital360 è cresciuta mediamente di quasi il 50% ogni anno, raggiungendo nel 2019 oltre 25 milioni di fatturato. Nel prossimo futuro il Gruppo punta ad accrescere le competenze in tutti gli ambiti della digital transformation e ad ingegnerizzare l’offerta per aumentare i ricavi ricorsivi e scalare verso le Pmi, integrando sempre di più i propri servizi con piattaforme software. L’emergenza sanitaria sorta in Italia dalla fine di febbraio ha alimentato la domanda di servizi del Gruppo e, secondo il Presidente Andrea Rangone, “agirà da potente catalizzatore della trasformazione digitale nei prossimi anni”, accelerando la crescita del settore.
Storia e business model
“Digital360 nasce nel 2012 da un gruppo di professori del Politecnico di Milano e di imprenditori accomunati da una chiarissima visione: l’innovazione digitale rappresenta il principale motore di ammodernamento di un Paese e della sua economia”, afferma il Presidente Andrea Rangone in un’intervista a Market Insight. “Fin dall’inizio ci siamo posti la missione di affiancare imprese e pubbliche amministrazioni per aiutarle a capire il concetto di trasformazione digitale e concretizzarlo”.
Una mission realizzata attraverso un modello di business innovativo, articolato in due unità: “La prima, denominata Demand Generation, si rivolge alle aziende tecnologiche per supportarne i processi di comunicazione, marketing e lead generation”, spiega Rangone. “La seconda, invece, prende il nome di Advisory & Coaching e si affianca a qualunque impresa o pubblica amministrazione per aiutarla nel processo di trasformazione digitale”.
Il tutto facendo leva su un network, trasversale ad entrambe le business unit, che annovera “più di 50 asset digitali, tra cui portali e newsletter frequentati da oltre 4 milioni di visitatori unici ogni mese. A ciò si aggiunge l’organizzazione di centinaia di eventi fisici, webinar e altri eventi digitali che coinvolgono ogni anno decine di migliaia di utenti”.
Un modello di successo, in quanto dal 2012 ad oggi Digital360 “è cresciuta mediamente di quasi il 50% ogni anno, raggiungendo nel 2019 oltre 25 milioni di fatturato”.
Le priorità strategiche
“Le priorità strategiche di Digital360 sono tre”, afferma Rangone. “La prima consiste nello sviluppare e accrescere costantemente le nostre competenze in tutti gli ambiti della trasformazione digitale, a 360 gradi. Lo facciamo con un approccio multidisciplinare, integrando skill tecnologiche, gestionali e giuridico-legali. L’obiettivo è quello di offrire sempre servizi di altissimo livello professionale, all’avanguardia”.
“La seconda priorità, più recente, è quella di ingegnerizzare le nostre competenze in un modello di offerta innovativo che a noi piace chiamare ‘as a service’. Un modello ad abbonamento, che ci consenta da una parte di raggiungere i clienti in un mercato più ampio, scalando verso le piccole e medie imprese e dall’altra di generare ricavi ricorsivi, continuativi nel tempo”, aggiunge il Presidente.
“Un esempio concreto, nella business unit Demand Generation, è quello che noi chiamiamo il ‘Marketing and Sales Engine’, che consente ad un cliente di abbonarsi con una fee mensile ad un servizio integrato di marketing e lead generation digitali. Un altro esempio, riferito alla unit Advisory & Coaching, è il ‘Dpo as a service’, che permette di abbonarsi con un canone mensile ad un servizio di data protection per la gestione a 360 gradi di tutti i temi del GDPR”.
Infine, “la terza priorità prevede di integrare i servizi professionali di cui sopra con piattaforme software che ci consentano di migliorarne l’erogazione, sia in termini di efficacia che di efficienza, ma soprattutto di aumentare la presenza nei confronti dei nostri clienti in una logica continuativa nel tempo, di lungo termine”.
Gli effetti dell’epidemia e le opportunità nel medio termine
Con riferimento all’emergenza sanitaria legata al Covid-19, dal punto di vista dell’organizzazione interna Digital360 non ha subito grossi cambiamenti. “Siamo una realtà giovane, eravamo già abituati da anni a fare smart working e lo manterremo anche nella seconda fase”, spiega Rangone. “Inoltre, da una survey svolta tra tutte le nostre 250 risorse è emerso che l’88% non rimpiange le vecchie modalità di lavoro”.
Per quanto concerne gli impatti sull’offerta di servizi e quindi sui ricavi, il Presidente distingue fondamentalmente tre effetti.
“In primis, stanno crescendo tantissimo tutti i servizi digitali: la comunicazione online e la lead generation attraverso i portali, ma soprattutto gli eventi digitali, che sono veramente esplosi. Tra marzo e aprile ne abbiamo fatti tanti quanti in tutto l’anno scorso, sviluppando ulteriormente una competenza chiave già radicata nel tempo. Da anni infatti realizziamo eventi digitali in qualsiasi format, da brevi webinar a live streaming e workshop interattivi, le cosiddette ‘panel discussion’ digitali”.
A fronte di questo, però, “abbiamo dovuto rinunciare a tutti gli eventi fisici. Alcuni sono stati convertiti in digitali ma non tutti, quindi questo secondo effetto è senza dubbio negativo”, ammette il Presidente. Il terzo impatto, sull’area Advisory and Coaching, è essenzialmente “trascurabile, in quanto alcune practice hanno un po’ rallentato ma altre hanno accelerato, con un effetto complessivo quasi nullo”.
Spostando l’orizzonte temporale dal breve al medio termine, anche solo al prossimo anno, “non c’è dubbio che questa emergenza sanitaria giocherà una partita molto favorevole per il digitale in Italia”, afferma il Presidente. “Il mercato ne uscirà molto rafforzato, perché sono proprio le tecnologie digitali che ci aiutano a fronteggiare al meglio questa emergenza; basti pensare allo smart working, all’industria 4.0, a piattaforme di eventi digitali, digital meeting, smart collaboration. Io, come tanti, sono convinto che questa crisi sanitaria agirà come un potente catalizzatore della trasformazione digitale e quindi il mercato digitale crescerà nei prossimi anni”, conclude Rangone.