“Il tema dell’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro è un tema a cui io sono molto molto sensibile. Noi abbiamo lanciato il progetto Team per affiancare figure junior a figure senior di modo che i primi possano contaminare positivamente con la tecnologia la figura senior e quest’ultima riesca a trasferire esperienza, relazione e poi un giorno anche il portafoglio. Io credo però che in questo senso lo Stato dovrebbe fare di più”.
Gian Maria Mossa, amministratore delegato e direttore generale di Banca Generali, intervenendo al webinair “L’evoluzione del Wealth Management in un’ottica di Open Innovation” organizzato insieme al dipartimento CeTif dell’Università Cattolica torna sulla questione dell’inserimento giovanile nel mondo del lavoro. Un tema reso ancor più rilevante dalla crisi scoppiata con la diffusione del Covid-19 e invoca un maggiore sforzo pubblico.
“Il problema è che l’Italia è entrata in questa crisi con una disoccupazione dei giovani del 30%” osserva Mossa, “non mi stupirei se salisse al 50% perché molti contratti erano di stage o a tempo determinato o di apprendistato. Quindi occorre fare un piano per l’occupazione giovanile, non solo per i dipendenti ma anche per le partite Iva. Ricordiamo che il consulente finanziario, che per me è una delle professioni più belle e ben remunerata, si basa su una partita Iva, è un imprenditore a tutti gli effetti. Ci vuole quindi un ulteriore sforzo da parte di tutti per coinvolgere e far vedere futuro ai giovani. Io sono impegnato su questo, ci credo, bisogna spingere tutti nella stessa direzione”.