Il CdA di Clabo ha preso visione dei nuovi obiettivi del piano industriale 2020-2022 e assunto le delibere necessarie inerenti alle richieste di finanziamento garantito con banche e altri finanziatori in seguito alle agevolazioni previste dal Decreto “Liquidità”.
Il nuovo piano industriale prevede il ritorno della produzione intorno ai valori pre-Covid 19 entro la fine del 2022, quando il valore della produzione dovrebbe attestarsi a 51,6 milioni (contro 54,6 milioni del 2019) e l’Ebitda a 7,4 milioni (rispetto ai 6,8 milioni del 2019).
Per il 2020 è invece atteso un valore della produzione di 40,2 milioni e un Ebitda di 2,9 milioni, che dovrebbero poi crescere nel 2021 rispettivamente a 44,4 milioni e a 4,8 milioni.
Dal lato patrimoniale l’indebitamento finanziario netto a fine 2022 è atteso pari a 22,1 milioni (in diminuzione rispetto ai 27,1 milioni al 31 dicembre 2019).
Suddetto piano prevede lo sviluppo di nuove linee di prodotto complementari e sinergiche alle attuali per ampliare l’offerta nell’ambito delle vetrine e degli arredi nello “small retail”, sfruttando anche la tecnologia e il know how della controllata Howard McCray.
E’ prevista anche una razionalizzazione dei costi, grazie a nuovi processi organizzativi interni, alla completa rivisitazione dei lay-out degli stabilimenti italiano e cinese e all’entrata a regime del progetto fabbrica 4.0 nel sito di Jesi.
Infine, saranno rivisitati i processi di acquisto materiali e gestione delle scorte, con l’obiettivo di diminuire i giorni di rotazione del magazzino e contenere il capitale circolante investito nella gestione corrente.
Ulteriori risparmi di costo, stimati in 2 milioni, dovrebbero provenire dal calo dei costi per servizi, in relazione alla riduzione dei compensi dell’organo amministrativo (da 800 mila a 500 mila euro).
Si segnala che con l’obiettivo di supportare il piano industriale, sono state richieste nuove linee di credito per complessivi 16 milioni, è stato previsto il rimborso anticipato del bond “Clabo S.p.A.-5,25% 2019–2025” per 8 milioni ed è stata chiesta la moratoria di circa il 95% delle rate capitale dei finanziamenti a medio lungo termine.
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