Gli effetti di Covid 19 sulle fonti energetiche e un outlook sul 2020

Sulla base degli ultimi dati disponibili, nel suo ultimo report sugli investimenti energetici globali l’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) offre una prospettiva su come i flussi di capitali siano stati rimodellati dalla crisi da Coronavirus, e una stima per l’intero 2020.

In generale, per l’anno 2020, si prevede una recessione dell’economia mondiale, con il PIL globale ridotto del 6 per cento. Gli investimenti nel settore energetico sono stati influenzati dalla crisi sanitaria ed economica su due fronti principali. Innanzitutto, il settore ha subito tagli delle spese dovuti al calo della domanda aggregata e di conseguenza una riduzione nei proventi. Inoltre, il lockdown e le altre restrizioni hanno causato una frenata nell’attività di investimento.

Dall’analisi dei dati giornalieri fino a metà aprile, periodo di picco per la maggior parte dei paesi, si nota come le nazioni che hanno imposto un lockdown totale hanno avuto un calo in media del 25% nella domanda di energia, mentre quei paesi che hanno attivato un blocco solo parziale hanno subito un calo inferiore, del 18 per cento.

Il petrolio è la fonte energetica che sta sopportando il peso maggiore, dovuto all’interruzione della mobilità e dell’aviazione internazionale, che rappresentano circa il 60% della domanda globale di petrolio. Si stima che il livello di domanda di quest’anno possa tornare ai livelli del 2012.

Dopo il petrolio, il carburante più colpito dalla crisi sarà il carbone. La domanda di carbone, condizionata dal calo della domanda di elettricità, potrebbe scendere di otto punti percentuali, compensati in parte dalla ripresa del consumo di questo combustibile in Cina.

Siccome le economie basate sul gas non sono state particolarmente colpite dalla pandemia, la sua domanda ha subito un calo più moderato, del 2 per cento. Tuttavia, la domanda di gas potrebbe ancora calare nel corso dell’anno 2020.

Nonostante i lievi aumenti della domanda di elettricità di tipo residenziale a causa dei confinamenti, questi sono stati ampiamente compensati dai pesanti cali registrati a seguito della chiusura delle attività commerciali e industriali. Per questi motivi, la domanda di elettricità è crollata del 20 per cento, anche se si è registrato un effetto positivo: le rinnovabili hanno acquisito una maggiore quota di mercato.

Le previsioni sulle rinnovabili delineano una nota positiva, in quanto è stimato un aumento della produzione proveniente da fonti green, grazie ai bassi costi gestionali e agli incentivi messi a disposizione dai governi per chi investe in questo settore.

Un ultimo dato, ma di assoluto rilievo, è rappresentato dalle emissioni di CO2. Si prevede una riduzione delle emissioni record, dell’8% – o quasi 2,6 Gt – da un anno all’altro, sei volte tanto l’ultimo record registrato nel 2009 e due volte tanto il livello cumulato di tutte le riduzioni dalla seconda guerra mondiale. Nei precedenti periodi di calo dell’impronta carbonica, il rimbalzo delle emissioni è stato maggiore del calo iniziale. Questo è uno scenario possibile anche oggi, ma si potrebbe evitare se gli investimenti verranno indirizzati dalla parte giusta.