Utility – Luci e ombre sulla seconda asta FER del Gse

A fine maggio il GSE ha pubblicato le graduatorie e le relative assegnazioni degli incentivi sulle energie rinnovabili messi a disposizione con il secondo bando DM FER. Nel frattempo si è aperta la terza gara, che si chiuderà il prossimo 30 giugno.

Risultati positivi vengono dal fronte dell’energia eolica on-shore e degli impianti fotovoltaici di nuova costruzione, il così detto gruppo A, sul quale sono pervenute 494 domande per un totale di 75 MW su un contingente di 45 MW. Per il gruppo B, relativo agli impianti idroelettrici e a gas residuati, il GSE ha ricevuto 195 domande per un totale di 38,5 MW a fronte di 10 MW previsti nel bando.

Meno affluenza sul registro A2, dei fotovoltaici di nuova costruzione in sostituzione di eternit o amianto, le cui 157 domande hanno impiegato meno di 30 MW dei 192,75 MW disponibili.

E’ stato assegnato quindi solo il 60% della potenza disponibile pari a 872 MW.

Per ANIE Rinnovabili, associazione di Confindustria cui aderiscono le aziende che operano nel settore dell’energia, il verdetto del secondo bando è emblematico e la semplificazione degli iter autorizzativi non può più attendere. Ciò però non è sufficiente se non è accompagnato da un cambiamento di approccio verso le tematiche ambientali. Nonostante l’opinione pubblica è ben consapevole del beneficio che le fonti rinnovabili apportano all’ambiente, gli operatori del settore quotidianamente si scontrano con la burocrazia degli iter autorizzativi.

Per l’Associazione sarà importante riallocare la potenza non assegnata, in particolare prevedendo di spostare quella inutilizzata dal gruppo A2 al gruppo A e di incrementare il numero di bandi almeno con altre due sessioni in modo da recuperare il tempo necessario a far autorizzare gli impianti.

Alla bassa partecipazione all’asta hanno contribuito – segnalano da WindEurope -, oltre che le sfide legate alle autorizzazioni, anche il fatto che i progetti di repowering non potevano fare offerte. Eppure, l’Italia ha un enorme potenziale di repowering se si considera che quasi la metà della flotta eolica installata (10 GW) raggiungerà la fine della sua vita operativa entro il 2030.

Al contempo, WindEurope sottolinea un dato positivo. Il fatto che i paesi stiano continuando le loro aste nonostante gli effetti causati dall’emergenza da Coronavirus trasmette un forte segnale agli investitori: il vento è un investimento solido ed è destinato a svolgere un ruolo importante nella ripresa dell’Europa.